tag:blogger.com,1999:blog-90428280314428125412024-03-06T08:23:56.959+01:00Il CittadinoA BLOG BY LUCABRANDO SANFILIPPOBrandohttp://www.blogger.com/profile/12595776451546046431noreply@blogger.comBlogger88125tag:blogger.com,1999:blog-9042828031442812541.post-46938208570007117812015-07-21T23:01:00.000+02:002015-07-21T23:01:25.104+02:00Tanti saluti e arrivederci a prestoScrivere di questa esperienza,"<span style="font-family: Tinos; font-size: 15.3999996185303px; line-height: 21.5599994659424px;">avventura, viaggio, sfida, battaglia, percorso interiore o spirituale", è stato bellissimo, lo è stato davvero. Decisi di aprire il blog per permettere ad altre persone di capire come sarebbe stata l'America. D'altronde, anche io vedevo questo Paese come l'El Dorado del pianeta intero. Non lo è stato, spero che lo sia un giorno, spero che già lo sia per tutti i giovani di oggi. Spero che quello che ho scritto vi abbia aiutato a farvi un'idea generale degli States, perché tutti i blog che lessi piu' di un anno fa altro non erano che cronache giornaliere. Diari di bordo di studenti che non avevano mai messo piede fuori dalle località turistiche europee e il cui giudizio critico oggettivo era offuscato dal sogno di essere nel Paese dei balocchi. "Ma a me cosa frega che sei andata con Kyle a far la spesa e poi siete andati a casa in macchina? Bah, boh". Ho scritto di tante cose e soprattutto ho scritto tante cose negative riguardo all'America, e se la prima cosa che mi viene in mente di dirvi è di non fare l'anno li, so che resistere alla tentazione è impossibile. Rimango comunque dell'idea che questa esperienza sia utile e necessaria anche se trascorsa in Bangladesh. Partite, ma non fatevi aspettative, nè negative nè positive. Non abbiate paura di sedervi a tavola con sconosciuti e non fate distinzione di popolarità per fare amicizia, da amici derivano altri amici. I nerd quelli si, evitateli. Non sottostate alle associazioni che sono il cancro dell'anno all'estero, rompete le regole perchè tanto non vi beccano almeno che non siate dei coglioni. Solo ora mi accorgo di non aver mai scritto di aver fatto l'autostop senza neanche volerlo. Camminavo per andare in città non avendo un passaggio, uno accosta e mi ci fa, "vuoi salire?". Quella volta mi sono risparmiato 40 minuti di sudore. Se vi trovate male con la famiglia fate scoppiare un bordello fin da subito, fate sport, partite leggeri chè tornerete con il doppio della roba, non andate ai balli, andate agli eventi, non comprate il cibo della scuola e soprattutto cominciate a chiedere i passaggi almeno 3 giorni prima. Per il resto, se avete bisogno di qualsiasi consiglio o risposta io sono sempre vivo. Ringrazio tutti voi lettori per le quasi 40000 visualizzazioni e grazie per le vostre bellissime parole nei miei confronti e del blog, specialmente per alcuni post che vorrei ricordare:</span><br />
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<li><span style="font-family: Tinos;"><span style="font-size: 15.3999996185303px; line-height: 21.5599994659424px;"><a href="http://lucabrandobeyond.blogspot.it/2014/03/shortest.html" target="_blank">Shortest</a></span></span></li>
<li><span style="font-family: Tinos;"><a href="http://lucabrandobeyond.blogspot.it/2015/03/nuvole-nel-cielo.html" target="_blank">Nuvole nel cielo</a></span></li>
<li><a href="http://lucabrandobeyond.blogspot.it/2015/01/litalia-e-il-suo-cittadino-secondo-il.html" target="_blank">L'Italia e il suo Cittadino secondo il Coloradiano</a></li>
<li><a href="http://lucabrandobeyond.blogspot.it/2014/11/quello-che-vi-manchera.html" target="_blank">Quello che vi mancherà</a></li>
<li><a href="http://lucabrandobeyond.blogspot.it/2015/06/giudizio-finale-sugli-states.html" target="_blank">Giudizio finale sugli States</a></li>
<li><a href="http://lucabrandobeyond.blogspot.it/2013/12/03-student-letter.html" target="_blank">Student Letter</a></li>
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Chiudo il blog, almeno momentaneamente, perchè non ho niente da scrivere che possa veramente interessarvi. Ho tanti progetti, tra cui andare a studiare a Edimburgo, raccontare la vita universitaria di un italiano in Scozia, visitare ogni capitale dell'Unione Europea entro 7 anni e diventare ricco sfondato. Ma magari aprirò un altro blog. Ultima sorpresa, rimanete comunque con il link di questo blog a portata di mano perché non succede, ma se succede, uscirà un mio libro basato su quanto scritto qui in collaborazione con Mario Tozzi, noto geologo e professore alla Sapienza di Roma, nonché carissimo amico. Non ho piu' niente da dirvi, possiate avere sempre il vento in poppa, che il sole vi risplenda in viso e che il vento del destino ci porti in alto a danzare con le stelle.<br />
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Tanti saluti e arrivederci a presto,<br />
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<div class="separator" style="clear: both; font-family: Tinos; font-size: 15.3999996185303px; line-height: 21.5599994659424px;">
~Il Cittadino, Lucabrando Sanfilippo</div>
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Brandohttp://www.blogger.com/profile/12595776451546046431noreply@blogger.com12tag:blogger.com,1999:blog-9042828031442812541.post-4472752708964341962015-07-16T22:09:00.000+02:002015-07-16T22:14:14.178+02:00Pensieri che mi vengono in aeroporto e in aereoChe bello viaggiare in aereo, se ci penso potrei essere in qualsiasi parte del mondo in meno di 24 ore. Ma l'ho preso il passaporto?! Quanta gente che viaggia in aereo, chissà come mai non incontro mai nessuno di famoso in aeroporto. Oh c'è il banco dei biglietti, ma c'è ancora qualcuno che compra i biglietti direttamente qui? E se poi <br />
<a name='more'></a>non c'è posto? Ecco adesso devo passare dalla sicurezza. Fa la faccia meno terroristica possibile e cerca di essere amichevole. "Buongiorno!:)" Ora devo menarmelo per un'ora e mezza. Dai ora attacco a parlare con qualcuno. Oh che bella quella li! Mi alzo e cerco di capire di nazione sia. Magari è americana e allora le dico di aver appena vissuto un anno in Colorado. Magari sta venendo in Italia, poi le dico che posso farle vedere la mia città. Per me un bacio riesco a rubarlo, tra un paio di mesi la vado a trovare io e perché no, potrebbe venire a studiare con me in Scozia. Nostra figlia la chiamerò sicuramente Sofia, ah ma chi inviterò al nostro matrimonio se lo si farà all'estero? Ma chissene tanto non la rivedrò mai piu', c'è il wifi in sto aeroporto? Eccoli i soliti italiani che si chiedono se sia questo il gate giusto. Ma porco di quella, bisogna essere proprio dei deficienti per non sapersi destreggiare in aeroporto. Minchia! C'è scritto chiaramente che quel gate è per Milano! Mi fanno salire il comunismo e il nazismo tutto insieme! Ma questi aerei proprio non cadono mai? Non cadono mai ma uno su un milione cade, e se quel uno su un milione fosse il mio? Madonna sarebbe l'ultima ora della mia vita e la starei sprecando seduto qua su una panchina. Devo scrivere alla mia famiglia che la amo! Devo scrivere ai miei amici e.. Ma tanto non cade. Con tutti gli aerei che possono cadere figuriamoci se cade proprio il mio. Strano che nonostante prenda l'aereo un minimo di 8 volte all'anno, ogni volta mi prendo ammale. Quando salgo in macchina non mi vengono questi pensieri. Oh menomale, finalmente hanno aperto le porte. Perchè quella ragazza ha le calze con i sandali? Boh, magari è americana. Spero di sedermi accanto a qualcuno di interessante, magari il mio futuro mentore. Devo ricordarmi di controllare quando esce il nuovo film su Steve Jobs. Non vedo l'ora che qualcuna mi chieda di aiutarla a metterle la valigia sopra. Cioè sono proprio un bravo ragazzo. Ma c'è veramente qualcuno che guarda ste hostess mentre spiegano come salvarci il culo in caso di una tragedia? Ma magari se tengo la testa giu' e metto qualche coperta tra me e il sedile davanti riesco a salvarmi. Chissà come volano sti aerei. Ma che ore sono? Occristo su questi voli servono il pranzo, adesso me la dormo almeno non devo spiegargli che non voglio il pranzo perchè il loro pollo e curry mi fa schifo. Dai su, addormentati...<br />
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~Il Cittadino</div>
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Brandohttp://www.blogger.com/profile/12595776451546046431noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-9042828031442812541.post-40494478167884306722015-06-19T21:33:00.001+02:002015-06-19T21:33:11.266+02:00Giudizio finale sugli StatesL'America è una grande delusione.<br />
<a name='more'></a>L'America è una grande delusione, una farsa. L'immagine stereotipata presentataci dai film non rappresenta in alcun modo la cultura generale degli Stati Uniti. Scrivo di una Nazione che è piena di contraddizioni, paradossi e lacune, scrivo di una Nazione che nonostante controlli il Mondo, risulta a parer mio una delle piu' isolate da esso. Ed è per questo che non mi sorprendo piu' se qualcuno mi chiede se in Italia abbiamo la monarchia o la democrazia. Non c'è di media una cultura di base tra la popolazione e soprattutto tra i giovani. Il sistema educativo rimane di bassissimo livello ed è un peccato, considerando le strutture che hanno. Potete immaginarvi un hotel a 5 stelle affittare camere senza acqua calda? Nelle scuole elementari e medie il valore massimo diventa relativo alla classe, come dimostrato dal fatto che, spesso e volentieri, le maestre valutano gli alunni in base al migliore della classe. E così, il fortunato di turno invece di uscirsene con un'insufficienza grave magari se la cava anche con un buono o con un distinto. I ragazzi quando crescono sono limitati da tutto. Sono limitati dalla scuola come ho appena scritto, sono limitati dai genitori che li considerano bambini fino a quando hanno 18 anni, dalla società che gli prepara la pappa pronta e perfino dalla geografia, che se sei nato sfigato il massimo che puoi fare, una volta varcato il confine del tuo Stato, è andare in Kansas. Altre due grandi limitazioni che gli sono stati imposti sono la religione e le città. La religione, nonostante la Nazione sia stata fondata su una base laica, è fortissima e presente in ogni famiglia. Dimenticatevi il concetto di semi-religione che abbiamo in Italia. Negli States la religione influenza tutto, dalle scelte personali alle scelte politiche. Ricordo un video in cui una ragazza disse fieramente di votare Bush solo perché aveva fede. Tutto è dovuto a Dio, i ragazzi pregano prima di mangiare, prima di una serie in palestra, prima di una partita, prima di una verifica. Moltissimi adolescenti vedono male il sesso appunto perchè è immorale farlo prima del matrimonio. Ecco il sesso, probabilmente gli States sono gli unici tra i paesi occidentali in cui il sesso è ancora un tabu'. Ma non solo, tutto ciò che gira intorno alla relazione maschio-femmina è ancora poco capito. Quindi al liceo le compagnie sono prevalentemente di ragazzi o di ragazze, un abbraccio ad una tipa equivale a provarci e i genitori non vogliono che ragazzi in casa. Come se le loro figlie si scopassero chiunque entri in camera loro, o magari qua siamo piu' in presenza di una mancanza di fede piu' che di un tabu'. La vita sotto i 21 fa cagare. In certi Stati puoi sposarti ancora minorenne, puoi guidare a 16, fumare erba a 18, possedere un'arma alla stessa età ma se ti beccano con una birra ti mettono in galera oppure i tuoi genitori ti fanno un casino che neanche avessi sniffato eroina. I ragazzi non escono, esiste la cultura del starsene a casa. Questo perchè, tornando a prima, la loro altra grande limitazione è la città stessa in cui vivono. Quasi sempre sono gruppi infinite di case che circondano un centro cittadino formato da ristoranti e supermercati. Non esiste un centro come lo intendiamo noi, i mall sono tristissimi, non esistono le vie in cui passeggiare, non esiste il bar in cui riunirsi, non esistono le grandi piazze o parchi. Di conseguenza quello che rimane come scelta è rimanere a casa a giocare ai videogames, starsene al computer o guardare film. La loro vita da adolescenti non può essere messa a confronto con le nostre. Come glielo vai a spiegare il giro in centro, l'incontro in piazza, l'aperitivo al solito posto, il bossare scuola, l'uscire alla sera, l'after, la notte in bianco e il farsi raccontare quello che non ti ricordi della serata precedente. La loro vita altro non si basa che su scuola, sport e casa. Gli ultimi giorni in cui ero li, mentre ripassavo mentalmente il mio anno, guardavo tutti gli studenti e mi facevano pena. Mi facevano pena soprattutto quelli popolari, quelli che se la tiravano, quelle che se la sentivano fighe. Il loro massimo sono i balli scolastici che cadono accanto ad una qualsiasi nostra serata in discoteca, il loro massimo è andare in vacanza in Messico, il loro massimo è andare a fare shopping al mall, dove comprano vestiti su cui noi italiani sputeremmo. E poi ci sono i genitori. A volte ho proprio pensato, "ma come cazzo pensano?". Comprano film censurati per non far sentire ai loro figli la parola con la "f" o per non far vedere loro il sangue sulla strada, non fanno leggere ai loro figli certi libri perchè potrebbero essere troppo influenzati e così via. E' un tutto farli crescere limitati e deficienti, incanalati in un'unica direzione. Non sorprendetevi quindi se sentirete un bambino di 5 anni dire "è colpa di Obama", è totalmente normale. Non c'è scambio e rinnovo di idee, normale quindi che via ancora la pena di morte nel 2015 oppure il libero commercio di armi nonostante puntualmente qualcuno entri in un edificio e uccida decine di persone. Non scrivo questo con rancore ma piuttosto con estrema sincerità, l'America è una grande delusione, una grande farsa.<br />
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~Il Cittadino</div>
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Brandohttp://www.blogger.com/profile/12595776451546046431noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-9042828031442812541.post-75279490328880291142015-06-09T21:44:00.000+02:002015-06-09T21:44:42.434+02:00Questo è quantoScrivo dal divano di casa, guardando Bologna - Pescara. Alla mia sinistra il quadro di The Dark Side of the Moon e la finestra da cui si può vedere la Val Bisagno, niente è cambiato, tutto è come sempre.<br />
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<a name='more'></a>Dico la verità quando scrivo che ho lasciato il Colorado con grandissima tristezza, osservando la grande catena montuosa, che per me è sempre stata "sulla destra", già con nostalgia, come se fossi già partito. Un po' come quando sei in vacanza e ti viene male al pensiero di lasciare quel posto in meno di due giorni. Dico la verità anche quando scrivo che ora, dopo 10 giorni in Italia, non sento nessun legame affettivo nè con gli States, né con il Colorado. Un po' come quando ti prendi di qualcuna nella stessa vacanza di prima, ma una volta tornato alla base è già tanto se ti ricordi il suo nome. Ma di quello che mi ha lasciato l'America ne parlerò in un altro post. Oggi voglio parlare della partenza, tanto triste, e dell'arrivo, da tanti temuto.<br />
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La partenza (questa volta non dall'Italia) comincia già una settimana prima del reale volo. Comincia addirittura l'ultimo giorno di scuola. Saluti quei due professori a cui tieni veramente e con tutto il tuo cuore, saluti gli allenatori, i counselors, il preside e infine tutti quelli che hai conosciuto ma non hai mai reputato amici. Nella maggior parte dei casi si tratta di almeno mezza scuola, visto che da buon europeo conosci tutti. Normalissime le scene dopo pranzo in cui invece di salutare con un "see ya later dude", te ne esci con un "goodbye dude it was wonderful meeting you". A molti dici anche un "I'll miss you sooo much", ma in fondo entrambi sapete che tale cosa non è neanche lontanamente vera. Torni a casa e sai che ormai è tutto finito, "questo è quanto" come disse Michael Jackson prima di annunciare l'ultima grande fatica, una mastodontica serie di 50 concerti a Londra che preparerà, ma che non porterà mai a termine. Il grande sogno americano te lo sei sciroppato, iniziato e finito. Si torna a casa. Si torna a casa. Prepari le valige e capisci di avercelo in quel posto appena metti tutta la roba che devi portare indietro sul letto. Cercai di scrivere una lista delle ultime cose che avrei voluto mangiare prima di tornare nel Bel Paese, ma oltre al bacon, la cheesecake e poco altro non trovai niente di interessante. Mi sono messo poi a fare una lista di quello che avrei voluto mangiare in Italia appena arrivato che ho finito in aereo. Ci ho messo 3 giorni a salutare gli amici americani a cui tengo e un giorno extra per gli amici europei, visti tutti insieme. Nessuna difficoltà per quest'ultimi, strane sensazioni per gli altri. So che passeranno anni prima di incontrarli di nuovo. In aeroporto hai da una parte la gioia che stai per assaporare per tornare a casa, da una parte il fatto che ne stai lasciando un'altra. Il risultato è quello di te a guardare il finestrino dell'aereo inerme, come un vegetale, intento a cercare qualcosa a cui pensare. Arrivare in Italia è bellissimo. E' bellissimo atterrare e incontrare tuo padre e tua zia, è bellissimo entrare in macchina e trovare i pasticcini, da un punto di vista è anche piacevole atterrare e sentire l'uomo di turno lamentarsi di Renzi. Aria d'Italia. Incontri i tuoi amici e niente è cambiato. Magari si è aggiunto qualcuno alla compagnia, chi ha la moto e chi ha la macchina. La serata del Venerdì, il mare, Deiva, il caldo. Torni e trovi quello che hai lasciato. Tuttavia, quello che hai lasciato fu quello che ti fece partire 10 mesi fa. Ora vivo in paradiso, ma per quanto durerà?</div>
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Brandohttp://www.blogger.com/profile/12595776451546046431noreply@blogger.com104tag:blogger.com,1999:blog-9042828031442812541.post-75241958560412724932015-05-30T04:06:00.001+02:002015-05-30T04:06:37.447+02:00L'importanza di avere un altro italiano durante l'Exchange YearQuando si è a migliaia di chilometri lontani da casa, come ho già scritto in un <a href="http://lucabrandobeyond.blogspot.com/2014/11/quello-che-vi-manchera.html" target="_blank">post precedente</a>, una buona parte di stabilità emotiva viene a mancare. Tuttavia, c'è chi ha la fortuna di avere un altro italiano con se, ed io sono stato uno di quelli.<br />
<a name='more'></a>Avere un italiano nella stessa scuola vuol dire molto. Vuol dire che diventerete amici come diciamo a Genova, due culi in un paio di braghe. Passerete tanto di quel tempo insieme che vi sembrerà di conoscerlo da anni. L'inizio anno (scolastico) è, forse allo stesso livello del ritorno, il momento più difficile dell'esperienza. Non conoscete nessuno, non sapete l'inglese, non sapete come parlare, siete timidi, non sapete con chi sedervi a pranzo, non sapete che fare durante il weekend, insomma, siete nella merda. Con un italiano al vostro fianco, come un cane al fianco del padrone, tanti di questi problemi non nascono neanche. Acquistate fiducia e sicurezza, e magari cominciate pure a incutere timore nel corridoio quando camminate insieme. Se siete fortunati e se ne siete all'altezza come io e Federico, avrete pure la fortuna di acquistare un'immagine a scuola, "gli italiani", ma soprattutto.. "The Italian Stallions". Tanta roba, eh. Tornando alle cose serie, uno dei più grandi dilemmi è quello di sedersi a tavola con qualcuno. Con un italiano, vi mettete coraggio (mettete?) a vicenda e invece di guardarsi intorno per 5 minuti in cerca di qualche faccia amichevole, ci si siede subito. Durante i weekend sapete che, se proprio non riuscite ad organizzare niente con gli americani, potete comunque uscire insieme o andare l'uno a casa dell'altro. Magari poi ve lo menate insieme, ma insieme è meglio che soli. Con un italiano non tornate a casa sentendovi soli. Sotto la doccia non ti viene la malinconia dei bei tempi in Italia o la tristezza per la lontananza dalla famiglia. Questo perché con un italiano al vostro fianco non combattete da soli. Ogni giorno è una sfida che si combatte in coppia. Con un italiano vi capite subito, discutete su fatti e riflessioni, e soprattutto parlate un po' di italiano che non guasta mai.<br />
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Brandohttp://www.blogger.com/profile/12595776451546046431noreply@blogger.com15tag:blogger.com,1999:blog-9042828031442812541.post-7673831305245471122015-05-22T02:42:00.002+02:002015-05-22T02:42:42.072+02:00Gli Americani fanno sempre le cose in grande: GraduationAvete presente quando nei film i ragazzi finiscono la scuola e lanciano il cappello nero in aria? Quella è la <i>graduation</i>.<br />
<a name='more'></a>Quando dico che gli Americani fanno sempre le cose in grande, intendo dire che farebbero una diretta in televisione sull'uomo mangia-hamburger più veloce del mondo. Noi invece, non ci caghiamo nemmeno la prima donna italiana nello spazio (riferimenti a fatti realmente accaduti puramente casuale). Così qui, quando i ragazzi hanno finito la scuola superiore dopo 4 anni, fanno 'na cerimonia che manco si stessero diplomando da Oxford. Le foto spiegano la situazione (studenti della Pine Creek High School all'Air Force Academy).<br />
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<a href="http://3.bp.blogspot.com/-nejNkrer95s/VV54Th9IPoI/AAAAAAAAAoU/lGzf7dgVCyQ/s1600/20150520_143909.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="180" src="http://3.bp.blogspot.com/-nejNkrer95s/VV54Th9IPoI/AAAAAAAAAoU/lGzf7dgVCyQ/s320/20150520_143909.jpg" width="320" /></a></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKU5XD2YBs_bipQWOrpSOmgNOedfxITpuRPpkNZmE8bl-BneJDeoY0B_ZGlFQH4xh9gUBzSnx7fBKuMrR23RlCQdjVPfxFMTkR4qEue6Mkpq1hJWG5wpxhkoYJwZ8WmVzkXmo-iAXl0Q0/s1600/20150520_150822.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKU5XD2YBs_bipQWOrpSOmgNOedfxITpuRPpkNZmE8bl-BneJDeoY0B_ZGlFQH4xh9gUBzSnx7fBKuMrR23RlCQdjVPfxFMTkR4qEue6Mkpq1hJWG5wpxhkoYJwZ8WmVzkXmo-iAXl0Q0/s320/20150520_150822.jpg" width="320" /></a></div>
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<a href="http://4.bp.blogspot.com/-bv5kWCqOjS0/VV54TQVuDRI/AAAAAAAAAoM/_wJqs0mRX2U/s1600/20150520_154919.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="180" src="http://4.bp.blogspot.com/-bv5kWCqOjS0/VV54TQVuDRI/AAAAAAAAAoM/_wJqs0mRX2U/s320/20150520_154919.jpg" width="320" /></a></div>
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L'arena ospita più di mille persone, solo gli studenti nel mezzo erano quasi 400. Dietro di loro, la banda. La cerimonia si apre con una studentessa che canta l'inno nazionale davanti ad una bandiera alta 20 metri. A proposito, qua in America suonerebbero pure l'inno per l'uomo mangia-hamburger di prima. Dopo l'esecuzione, grandi applausi ovviamente, lei è bravissima e sicuramente ha già in mano una borsa di studio per qualche college. Arriva quindi il momento dei discorsi. Parte il preside, il vicepreside, il corpo studentesco, i due migliori studenti, la bidella, il cugino della bidella, colui che ti serve il pranzo alla mensa, ecc ecc. I temi sono all'incirca sempre gli stessi. Credete in voi stessi, siete stati dei grandi ad arrivare fino a qua, un giorno potrete curare il cancro, un giorno sarete i primi uomini su Marte e così via. Piuttosto noiosa la cosa fino a quando non introducono uno che ha ricevuto una completa borsa di studio per Stanford. Porco zio, mi sono alzato e mi sono inchinato. Dopo un'abbondante ora di discorsi si è passati alla passerella di ogni studente, nome, speciale ringraziamento se il GPA cumulativo è stato molto alto, e avanti il prossimo. Nel frattempo si esibiscono anche 4 ragazze a cappella, Pitch Perfect 2 è uscito giusto una settimana fa.</div>
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Brandohttp://www.blogger.com/profile/12595776451546046431noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-9042828031442812541.post-13148389152042206152015-05-19T17:39:00.002+02:002015-05-22T02:50:38.092+02:00Stereotipi della scuola Americana, veri o falsi?Uno dei motivi per cui ho scelto di venire negli States fu quello di provare l'esperienza di una vera scuola americana. Armadietti, classi della madonna, falegnameria, ignoranza, cheerleaders, tutte queste belle cose che avevo visto nei film insomma. Ma cosa c'e' di vero nella high school della mia citta', la Palmer Ridge High School di Monument?<br />
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<a name='more'></a><b>FATTO: </b>le cheerleader nei film sono tutte bionde, bellissime e con un fisico della madonna. Stanno con il quarterback della squadra di football e sono delle capre micidiali.<br />
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<b>VERO O FALSO? </b>Falso. Nella squadra di cheerleading probabilmente di ragazze belle ce ne saranno 5, su un totale di 50. Io che pensavo che per entrare nella squadra dovessi fare un test estetico, dire che certe non sono leggere e' ovviamente diminutivo. Non si fidanzano con quelli di football o comunque non si nota, possono stare insieme da anni ma magari non li hai mai visti tenersi per mano o scambiarsi qualche segno di affettuosita'. Molte di loro sono capre, questo e' vero.<br />
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<b>FATTO: </b>la popolarita' e' tutto per avere successo.<br />
<b><br /></b>
<b>VERO O FALSO? </b>Falsissimo. C'e' magari quel gruppo che se la tira da morire, ma il concetto di essere popolari, almeno nella mia scuola, e' assente. Tuttavia, un giorno ho chiesto ad un amico come funzionava questa cosa, d'altronde nei film essere popolari sembra sia l'unica cosa che conti. E' esattamente cosi' alla scuola media, "alla scuola media tutti cercano di essere quei popolari, e' veramente una cosa importante, una volta arrivati al liceo invece tutti se ne sbattono le palle".<br />
<br />
<b>FATTO: </b>se sei sfigato sarai costretto a 4 anni d'inferno.<br />
<b><br /></b>
<b>VERO O FALSO? </b>Falsissimo. Qua gli sfigati che comprendono nerd, persone senza vita sociale, coloro che fanno parte del club di scacchi, hanno un proprio habitat naturale. Nessuno gli parla dietro o li insulta, nessuno li prende per il culo o fa commenti riguardo la loro sfortunata situazione.<br />
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<b>FATTO: </b>Bullismo.<br />
<b><br /></b>
<b>VERO O FALSO? </b>Falsissimo. Nei film c'e' sempre la testa di minchia che ruba il pranzo a persone, chiede loro di fare i compiti e tutte queste cose qua. Mai visto niente del genere, se solo provi a fare qualcosa finisci dal preside in meno di 5 minuti per essere espulso.<br />
<br />
<b>FATTO: </b>i giocatori di football sono grossi.<br />
<b><br /></b>
<b>VERO O FALSO? </b>Verissimo. Nelle ultime settimane mi sono allenato in palestra con i freshman del prossimo anno che giocheranno a football (in altre parole quelli che hanno appena finito la scuola media). La maggiorparte di loro hanno una forza equiparabile a ragazzi italiani di terza liceo, altri sono grossi quanto i ragazzi italiani di quinta. Se questi sono cosi', potete immaginarvi come sono i Juniors e i Seniors della mia scuola.<br />
<br />
<b>FATTO: </b>i professori sono amici tuoi.<br />
<b><br /></b>
<b>VERO O FALSO? </b>Verissimo. Quante volte abbiamo visto nei film gli studenti che dopo scuola o prima vanno dai professori per farsi aiutare? Qua i professori sono a tua completa disposizione, amano il loro lavoro, sono super disponibili e quando e' arrivato il momento di salutarli ti dispiace sul serio. Se fai male in una verifica non si incazzano ma ti spronano a far meglio. In Italia se tutta la classe ha preso 4 devi entrare a scuola con il giubotto anti proiettile.<br />
<br />
<b>FATTO: </b>l'amico dell'armadietto.<br />
<b><br /></b>
<b>VERO O FALSO? </b>Falso.<b> </b>Prima di partire gia' mi immaginavo di fare amicizia con il compagno di armadietto con sui saremmo diventati come fratelli. Stronzate. Apparte il fatto che non ho mai incontrato il mio compagno di armadietto, durante il cambio dell'ora sembra di essere in Stazione Centrale all'ora di punta. Se devo andare dal mio armadietto il tempo medio con cui decifro la combinazione, apro l'armadietto, prendo quello che devo prendere e chiudo lo sportello si aggira intorno ai 25 secondi, non proprio il tempo ideale per fare amicizia con qualcuno.<br />
<br />
<b>FATTO: </b>storie d'amore che neanche Romeo e Giulietta.<br />
<b><br /></b>
<b>VERO O FALSO? </b>Molto molto falso. Se e' vero che certe coppie stanno insieme da 2 o 3 anni, quello che succede nei film appare molto esagerato. Le relazioni come ho gia' scritto mille volte sono molto piatte, quasi amichevoli. Non vi aspettate storie della serie Peter Parker e Mary Jane.<br />
<br />
<b>FATTO: </b>balli, clubs, sport, attivita', spirit week, mensa.<br />
<b><br /></b>
<b>VERO O FALSO? </b>Tutto vero, tutte queste cose sono come sono nei film. Magari nei film, soprattutto per il football, gli studenti sembrano combattere per la vita o per la morte. Diciamo che la situazione e' molto piu' tranquilla.<br />
<br />
<b>FATTO: </b>studenti, presidi, insegnanti, bidelli imparentati.<br />
<b><br /></b>
<b>VERO O FALSO? </b>Vero. Capita qualche volta nei film che qualcuno venga richiamato in presidenza e magari il preside e' suo padre o sua madre. Nella scuola americana e' piuttosto comune. Quindi, se vedete qualcuno che assomiglia vagamente a qualche prof, aspettate ad insultare tale prof perche' potrebbero essere padre e figlio.<br />
<br />
~Il Cittadino (per questa volta, The Citizen)Brandohttp://www.blogger.com/profile/12595776451546046431noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9042828031442812541.post-82146290760036215952015-05-07T02:28:00.002+02:002015-05-07T02:28:50.488+02:00Cose simpatiche della scuola America che non possono esistere nel mio liceoL'high school americana si sa, i film li abbiamo visti tutti, è molto "folkloristica". È piena di eventi per ogni occasione, balli, giorni in cui ci si veste strani, il telegiornale e così via. Ma tutte queste simpatiche cose, potrebbero esistere nel mio liceo Leonardo da Vinci di Genova?<div>
<br /><a name='more'></a><div>
<b>Balli scolastici: </b>la cosa più famosa della scuola americana. Con ballo scolastico all'Americana intendo, per definizione, ballo organizzato dalla scuola, con i professori a controllare la situazione, con apertura alle 8 e chiusura a mezzanotte, assenza di alcol e vestiti molto scenici. Lo stesso ballo nel mio liceo <i>non </i>potrebbe esserci. L'assenza di alcol terrebbe lontano perfino i ragazzi innocenti del primo anno. La presenza dei professori a controllarti è inconcepibile e per quanto riguardo l'orario noi alle 8 stiamo ancora mangiando. Ma anche se non stessimo mangiando, fare serata prima di mezzanotte è illegale e immorale. Ovviamente, nessuno spenderebbe i 40 euro per i biglietti. "Manco fossimo all'Oktoberfest!"</div>
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<b>Spirit week: </b>la settimana in cui ogni giorno è di un tema diverso e tu devi vestirti a modo. Il tema più gettonato è il pj day (giorno del pigiama), per esempio. L'unica cosa è che qua negli States a scuola ti ci portano o in macchina o con lo school bus. Quindi nel tragitto vedi al massimo i tuoi parenti o altri 10 studenti più il guidatore che sono a loro volta vestiti a tema. A Genova, male che vada, sei in giro con altre migliaia di persone e andare in giro con il pigiama mi pare improbabile.</div>
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<b>Telegiornale: </b>comincio con il dire che i computer che abbiamo risalgono a quando Kurt Cobain era ancora vivo. Abbiamo forse un televisore spesso 50 cm e largo altrettanto in tutta la scuola. Anche se avessimo una classe in cui si registrasse il telegiornale scolastico non avremmo luogo dove vederlo. Ma poi, figuriamoci se ci mettiamo ad avere "Telegiornale del Da Vinci" come materia!</div>
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<b>Sport scolastici: </b>solamente creare una squadra di calcio della scuola è impossibile. Perché? Tra poco non abbiamo i soldi per le porte dei bagni figuriamoci per costruire un campo da calcio.</div>
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<b>Suono della campanella: </b>per raccogliere fondi per nonsocosa, la mia high school ha sostituito il suono della campanella con una canzone di Justin Bieber. I primi 40 secondi della canzone andavano a oltranza per tutto il tempo tra il cambio delle classi. Se volevi far smettere la canzone l'unica soluzione era di donare 1 dollaro. A Genova, non avrebbero visto nemmeno un centesimo. Infami.</div>
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<b>Il coro di S. Valentino: </b>è San Valentino. Hai un caro amico o la fidanzata in qualche classe? Puoi, pagando 1 dollaro, affittare la classe di coro per cantare una canzone a chi vuoi te. In Italia non abbiamo una classe di coro. Ma anche se l'avessimo avuta, il professore della classe si incazzerebbe per i 4 minuti persi e il professore della classe accanto anche ma per il casino.</div>
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~Il Cittadino</div>
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Brandohttp://www.blogger.com/profile/12595776451546046431noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-9042828031442812541.post-56177736883693687302015-04-19T01:50:00.000+02:002015-04-19T01:50:47.587+02:00Cosa farò appena torno in EuropaAppena atterro a Londra bacio il suolo Britannico per amore della mia terra, l'Europa. Poi mi disinfetterò le labbra per evitare tutte le malattie causate dal passaggio di milioni di passeggeri prima di me. Mi dirigerò quindi al<br />
<a name='more'></a> primo bar per ordinare legalmente e in santa pace una birra. Arrivato a Milano Linate una cosa è d'obbligo: cornetto e cappuccio (quello vero). Una volta a casa devo mangiare quello che non ho mangiato per 10 mesi. Tutti gli affettati, dalla mortadella al prosciutto crudo toscano, che nessuno conosce ma di cui vado ghiotto. come un criceto va ghiotto di semi di girasole. La focaccia, il pesto, i pansotti al sugo di noci, la pizza, l'estathé, i pasticcini. Appena posso andrò a cagare, per gustarmi finalmente la gioia di pulirmi il culo con il bidè. Detto questo, esco di casa e prendo un autobus. L'autobus ragazzi. Il sistema di trasporto pubblico. Qualcosa che qua non hanno ancora concepito. Non ho bisogno di chiedere un passaggio, finalmente. Dove vado? I miei amici saranno a scuola il mattino, vado al mare. Vado a toccare la sabbia, prendere una granita, giocare con i pezzi di vetro modellati dall'acqua che una volta credevo fossero diamanti. Chissà se mi farà strano sentire tutti parlare in italiano. Andrò ad abbracciare mia sorella e mio fratello e mio nipote. Spero che mi identifichi ancora come suo zio, a 6 anni non è che la cosa sia così scontata. Mi incontrerò con gli amici usciti da scuola. Anzi, li vado a prendere dall'uscita. Alla sera il mega festone è d'obbligo. Oppure si va nei vicoli, ma questo solo quelli di Genova possono capirlo. Inizierò subito a studiare per recuperare tutto quello che non ho fatto in 10 mesi. Le giornate italiane si appiattiranno e si uniformeranno. D'altronde è casa mia, ogni giorno non sarà più una sfida. Forse allora, scriverò un post riguardo le cose che mi mancheranno dell'America. Magari scriverò pure che chiedere i passaggi non fosse così male, per lo meno mi evitava di aspettare l'autobus che ha saltato la corsa per venti minuti. Avessi scritto questo post a Gennaio, il giorno dopo Capodanno, sarei stato molto più esaltato al fatto di assaporare la vita italiana. Invece, oggi, i dubbi mi assalgono e non so più cosa voglio fare. Voglio oggettivamente andarmene dal Colorado, non voglio soggettivamente lasciare i miei amici qua, voglio oggettivamente tornare a divertirmi all'italiana, voglio soggettivamente trovare un altro posto dove andare, una volta tornato a casa.<br />
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~Il CittadinoBrandohttp://www.blogger.com/profile/12595776451546046431noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-9042828031442812541.post-42002285427380945022015-04-12T00:07:00.001+02:002015-04-12T06:36:57.772+02:00È possibile visitare New York in 18 ore?Il programma iniziale dello Spring Break era di fare 5 interi giorni a Washington, se avete letto il <a href="http://lucabrandobeyond.blogspot.it/2015/04/pagellone-di-washington-dc-e-new-york.html" target="_blank">post precedente</a> sapete tuttavia che la Capitale è presto fatta dopo appena due giorni di intensa camminata. Io e Federico abbiamo quindi optato di fare (letteralmente) <i>un giro </i>nella Grande Mela, d'altronde dista solamente poco meno di quattro ore di autobus. Arrivati a mezzogiorno, siamo tornati in hotel alle 10:30. L'indomani abbiamo fatto il check-out alle 8:30 e abbiamo preso l'autobus per D.C. alle 16. per un totale di 18 ore di. anche qua, intensa camminata. Ma cosa siamo riusciti a fare in appena 18 ore?<br />
<a name='more'></a>Tutto questo:<br />
<ol>
<li>Siamo andati sul tetto panoramico del Rockefeller Center, più conosciuto come Top of the Rock</li>
<li>Passeggiato nel Central Park</li>
<li>Visitato il Museo di Arte Moderna io, Metropolitan Museum lui.</li>
<li>Visto il nuovo One World Trade center con il Memorial per le Torri Gemelle</li>
<li>Girato dentro la Grand Central station</li>
<li>Siamo entrati nella grande Libreria Pubblica</li>
<li>Attraversato il piccolo ma grazioso Bryant Park</li>
<li>Mangiato e fatto i turisti a Times Square</li>
<li>Percorso tutta la Fifth Avenue</li>
<li>Siamo andati a Wall Street, accarezzato le palle del Toro e visto la Trinity Church di "National Treasure" di Nicholas Cage</li>
<li>Camminato sul ponte di Brooklyn</li>
<li>Comprato cibo italiano a Little Italy</li>
<li>Ci siamo sentiti a disagio a Chinatown</li>
<li>Ci siamo innamorati del quartiere di Soho</li>
<li>Camminato per mezza Manhattan, 40 strade, per non spendere ulteriori soldi in metro</li>
<li>Preso il ferry per Staten Island per vedere la Statua della Libertà</li>
<li>Mangiato da Eataly</li>
<li>Visto le luci di Broadway</li>
<li>Ammirato l'Empire State Building.</li>
</ol>
<div>
Per fare così tante cose in così poco tempo avete bisogno di viaggiare da soli o al massimo con una o due altre persone che hanno il vostro stesso ritmo e la vostra stessa voglia. Se siete già in un gruppo di 4 o 5 persone la situazione inizia a complicarsi. C'è chi vuole mangiare, c'è chi vuole fare una pausa, c'è chi vuole entrare nel negozio, chi no, diventa alla lunga complicato e mettersi tutti d'accordo si fa difficile. Seconda cosa, mangiare al ristorante solo alla sera quando non c'è nient'altro di possibile da vedere, così facendo durante il giorno si risparmia tempo per fare altro. Terza cosa, limitare lo shopping a 4 o 5 negozi massimo, magari quelli che non puoi trovare in Italia. Non si parte dall'altra parte dell'oceano per spendere ore e ore in negozi. Detto questo, NYC si divide benissimo in due parti, sud e nord. Se riuscite a leggere la mia scrittura potete notare che tutti i punti di interesse sono raggruppati in due nuclei.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrQ56vVitI4E9ixJ6F79USYPRIvZplW6TDknoBvi1_30PRXWxNJC1ertaRobZ0cTkyg6t-YfNXr2jRP00y60HEuWA48mJrmmZ3AHBZcBseSL_EiVl9VwHfrhCPXJCn_2b9kDwoQ3uaj20/s1600/1453528_874093155961162_1764212409216701628_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrQ56vVitI4E9ixJ6F79USYPRIvZplW6TDknoBvi1_30PRXWxNJC1ertaRobZ0cTkyg6t-YfNXr2jRP00y60HEuWA48mJrmmZ3AHBZcBseSL_EiVl9VwHfrhCPXJCn_2b9kDwoQ3uaj20/s1600/1453528_874093155961162_1764212409216701628_n.jpg" height="320" width="302" /></a></div>
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Nelle prime 10 ore e mezza abbiamo visitato tutta la parte nord. Il fatto che i punti d'attrazione si trovassero quasi in linea d'aerea ci ha facilitato la vita di non poco. Se prendete come punto di partenza il Central Park (n. 3) e scendete giù, si hanno:</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
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<li>la Fifth Avenue</li>
<li>il Museo di Arte Moderna, 14 dollari il prezzo per studenti se non ricordo male. Se visitate solo le cose di rilievo e non vi fermate ad ogni fotografia o opera un'ora e mezza è sufficiente. Se siete più per il classico allora andate al Metropolitan Museum che è a pochi minuti di camminata dal Central Park verso il nord (in questo caso scegliete il museo come punto di partenza)</li>
<li>Il Rockefeller Center e il suo tetto panoramico. Comprate il biglietto online a 29 dollari (ne vale le pena), scegliete l'orario e una volta li vi saltate tutta la fila. Una volta sopra 10 minuti sarebbero sufficienti, ma stare meno di un'ora è un sacrilegio. Ammirate la città in ogni suo angolo, anche perché nel frattempo vi verranno pensieri sulla vita e sui perché dell'universo e del vostro futuro. Io ci sono stato due ore e non volevo più scendere giù.</li>
<li>Times Square</li>
<li>la Grand Central station, un gioiellino se comparato alle nostre stazioni top di Milano o di Roma. Un giro di 20 minuti non ve lo toglie nessuno.</li>
<li>la Public Library che alla fine ci si va giusto per dire di esserci stati. Dietro l'angolo c'è anche il Bryan Park, carino da vedere. </li>
<li>l'Empire State Building che ha anche un altro tetto panoramico, a cui preferisco però il Rockefeller Center visto la migliore vista del Central Park.</li>
<li>Eataly, capolavoro di business che vi permette una vastissima scelta di prodotti italiani.</li>
</ul>
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Se vi fermate da Eataly a mangiare qualcosa, un'ottima soluzione è quella di risalire Broadway che altro non è che una diagonale che taglia Manhattan e che vi riporta fino a Times Square. E se non vedete Times Square di sera siete degli sfigati.</div>
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Il giorno dopo nella zona sud i punti di interessi sono messi a cerchio, quindi prendete un punto e cominciate a girare in tondo. Visto il One World Trade Center e il Memorial (vi prenderanno non più di 15 minuti), camminate poi per Wall Street e il famoso Toro, andate quindi fino in riva al mare dove ogni mezz'ora parte il traghetto per State Island gratis. Nel tragitto potete vedere la Statua della Libertà e ammirare lo Skyline di New York. In totale perderete un'ora incluso anche il ritorno. Una volta tornati, fatevi quindici minuti di passeggiata per arrivare al Brooklyn Bridge. Un'altra alternativa è prendere la metro per Brooklyn e poi farsi tutto il ponte per ritornare a Manhattan. Una volta tornati a Manhattan, sarete stanchi morti. Prendete la metro e andate a Chinatown, in successione trovate Chinatown, Little Italy and Soho. In questa zona non ci sono vere attrazioni, quindi Soho è il quartiere adatto per fare shopping per esempio. Una volta finito lo shopping le vostre 18 ore saranno scadute. Congratulazioni, avete visitato NYC in meno di un giorno.</div>
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~Il Cittadino</div>
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Brandohttp://www.blogger.com/profile/12595776451546046431noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9042828031442812541.post-24113435387306552332015-04-06T05:02:00.002+02:002015-04-11T22:46:12.994+02:00Pagellone di Washington D.C. e New York CityMi scuso per la prolungata assenza, non scrivo dal "lontano" Lunedì 23 Marzo, ma ho motivi più che validi a riguardo. Il Mercoledì seguente sono partito alla volta di Washington, la capitale ovviamente, per poi passare poco più di 25 inaspettate ore nella città dei sogni, New York. Poi la scuola, gli impegni, lo sport ed eccomi qua, a fare una panoramica su entrambe le città.<br />
<a name='more'></a><b>1 </b>- alla corruzione della Capitale. Sono a dormire da mio zio ospitante, il quale, subito poco essere atterrato, mi informa che il degrado politico dell'area è sempre stato sconvolgente, con la corruzione a far da padrona. <b>MODELLO ITALIANO</b><br />
<b><br /></b>
<b>2 </b>- alla Little Italy nelle Grande Mela, semplicemente un insieme di forse quattro strade. È vero, negozi italiani <i>veri</i>, Mulino Bianco e prosciutto di Parma, ristoranti napoletani e così via, ma niente di glorioso e/o folkloristico. Oltre al danno anche la beffa, dietro l'angolo a Chinatown sembrava di essere a <i>Pechino.</i> <b>AIUTIAMOLI A CASA LORO</b><br />
<b><br /></b>
<b>3 </b>- al servizio metro di ambe due le città. Non tanto per la localizzazione delle stazioni, che ahimè non ci si può far niente, ma tanto per il costo. Solo per fare un esempio, la comunissima e ovviamente criticata metro italiana di Milano ti fa viaggiare per un intero giorno illimitatamente al prezzo di 4,50 euro. A New York con 2 dollari fai un singolo viaggio, a D.C. con 4,60 dollari non vai oltre le 10 fermate. Inoltre pesa moltissimo l'assenza di un abbonamento di corta durata, il minimo infatti sono sette giorni. <b>CRITICABILE</b><br />
<b><br /></b>
<b>4 </b>- al fatto che non ci sia tutto questo gran da fare a Washington, dal punto turistico ovviamente. Messi da parte i musei, una volta vista l'area del Monumento (il mega dildo di fronte al Memorial per Lincoln, tanto per capirci) e se proprio si vuole l'area di Georgetown, avete finito di girare. Quindi, non partite dall'Europa con solo Washington in programma. <b>CAPITALE POLITICA</b><br />
<b><br /></b>
<b>5 </b>- alla fila davanti al Museo degli Archivi di D.C., dove puoi (potresti) vedere la Dichiarazione d'Indipendenza e altro. Potresti perché la fila quasi non va avanti, potresti perché la statica fila è all'esterno e fa un freddo cane per cui devi ripiegare sul quasi attaccato Museo di Storia Naturale. <b>MANCA UNA SALA D'ATTESA</b><br />
<b><br /></b>
<b>6 </b>- ai vari musei dello Smithsonian. Sono passato da quello di Storia Naturale e da quello Aerospaziale e, seppur interessantissimi e non andarci sarebbe un errore, mi sono sembrati un po' organizzati senza cuore o passione. Insomma, le cose messe li un po' a caso. Molto bello e inatteso quello dedicato agli Indiani d'America (VOTO 8). <b>ACCULTURIAMOCI </b><br />
<b><br /></b>
<b>7 </b>- a Washington, D.C. Se dal punto di vista turistico te ne devi andare dopo due giorni, da fuori sembra una città vivibilissima. Un sacco di verde, pacifica, pulita, giovane e né troppo grande né troppo piccola, per chi vuole stare dentro la civiltà ma non ha ansie per un posto troppo caotico. <b>NON ERA NÈ ALTO NÈ BASSO, ERA BALTO</b><br />
<br />
<b>8 </b>- alla speranza alla vista della Statua della Libertà. Se andate nella punta meridionale di Manhattan e prendete il ferry gratis per Staten Island, potete ammirare ciò che gli immigranti del tempo vedevano. E cosa vedevano? Vedevano la libertà e opportunità fatte in città. Scappati dalla decadente Europa i loro cuori si riempivano di speranze guardando ciò che per l'epoca erano immensi grattacieli e l'immagine di una città che è sempre stata viva. <b>LIBERTÈ</b><br />
<b><br /></b>
<b>9 - </b>al complesso memoriale (memoriale? si dice veramente così?) di Washington, che comprende il famoso Obelisco, il Memoriale a Lincoln, la "piscina" davanti alla quale M. L. King ha effettuato il suo discorso, il Capitol da una parte e la Casa Bianca dall'altra. <b>ESSENZA DI DEMOCRAZIA N. 5</b><br />
<b><br /></b>
<b>10 - </b>a New York City, una città della Madonna. <b>TOP 3 </b>(insieme a Roma e Londra)<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-yidzU8KtOt0/VSH29d_z_cI/AAAAAAAAAms/xuJaVPT5cfA/s1600/11082635_868983199805491_8835631726937733090_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-yidzU8KtOt0/VSH29d_z_cI/AAAAAAAAAms/xuJaVPT5cfA/s1600/11082635_868983199805491_8835631726937733090_n.jpg" height="225" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Foto scattata del tetto panoramico del Rockefeller Center</td></tr>
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~Il Cittadino<br />
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<br />Brandohttp://www.blogger.com/profile/12595776451546046431noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-9042828031442812541.post-54179064920821321132015-03-23T02:42:00.000+01:002015-03-24T19:38:23.192+01:00Nuvole nel cieloComunque lo si chiami, avventura, viaggio, sfida, battaglia, percorso interiore o spirituale, questo anno all'estero mi ha portato a conoscere tantissime persone. Certe le ho incontrate mesi prima della mia partenza, altre devono ancora arrivare. Tante non fanno e forse non faranno mai parte della mia vita, di tante mi dimenticherò, come<br />
<a name='more'></a>tutti quei pensieri effimeri che tutti noi facciamo prima di addormentarci. Altre sono quelle con cui passo le giornate o esco nel fine settimana, persone che dal mio punto di vista si sono distinte da tutte le altre e a cui voglio bene. Sono quelle persone che mi fanno pensare che scegliere gli States almeno a qualcosa è valsa la pena. Mancano due mesi al mio ritorno e il mio stato emotivo è bipolare, come una calamita. Torno a casa, torno dalla famiglia, torno dagli amici. torno al mare. Ma io so che loro saranno sempre li, se no col cazzo che partivo per un anno. In questa cittadina dove non vivrei mai, lascio amici di cui non ho minima idea di dove finiranno, perché se qualcuno dice che la sua idea è di fare l'università a Seattle, probabilmente <i>andrà</i> a fare l'università a Seattle. È una dispersione. È una tragedia greco romana, soggettivamente. Realisticamente, te ne vai non sapendo se incontrerai queste persone ancora una volta in tutta la tua vita. Anche perché a Ibiza ci torni dieci volte, a Monument, Colorado, seppur spendere soldi per persone a cui tieni va sempre bene, tornarci va un po' contro quella logica materialista che spesso mi accompagna. Ma se io non fossi mai partito di tutti gli amici che ho qua cosa ne sarebbe stato? Via, in fumo, loro con la loro vita, io con la mia. Io non conoscerei loro, loro non conoscerebbero me. E cosa sarebbe successo se non avessi spostato la mia classe buca dall'ottava alla quarta ora? Non avrei conosciuto una delle più belle ragazze che abbia mai incontrato in vita mia. E di mani ne ho strette a migliaia. Quanti amici non abbiamo mai incontrato? A quante persone non parleremo mai? Quanti amori della nostra vita ci sfuggono ogni giorno? Questione di tempo, a volte di un caffè o di un momento. Vedi una nuvola nel cielo e ti volti per osservarla, mentre dietro di te passa, chissà, colui di cui, in un paio di decenni, potresti dire "quello che c'è sempre stato". Siamo destinati a rimanere lontani da milioni e milioni di possibili amici e amori. Per questo motivo gente come noi viaggia e non si ferma mai, perché si è resa conto che c'è tanto altro oltre al cortile cittadino, perfino nel mezzo del Colorado. Siamo gente che non smette mai di cercare, lavoratori che non si stancano mai. Siamo gente che è sempre in movimento, come nuvole nel cielo che si spostano mentre il terreno sotto di loro rimane statico.<br />
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~Il Cittadino<br />
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<br />Brandohttp://www.blogger.com/profile/12595776451546046431noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-9042828031442812541.post-23242611985729969082015-03-16T05:07:00.000+01:002015-03-16T05:07:04.187+01:00Differenze ballo scolastico americano - serata in discotecaLa febbre del <i>Prom</i>, l'ultimo ballo scolastico dell'anno, sta cominciando a salire. Tra due settimane comincerà ufficialmente il periodo del più famoso ballo dei film. Esatto, quello dove tutte sono vestite come principesse, tutti come principi e si eleggono re e reginetta del ballo. Noi in Italia, invece, chiudiamo l'anno scolastico in discoteca. Ma quali sono veramente le differenze tra il ballo dei sogni americano e la classica serata nostrana?<a name='more'></a>Innanzitutto, quello che molte persone non sanno è che i balli durante l'anno sono, in media, tre. Tuttavia nei film vengono marginalmente nominati ed è per quello che nessuno se li caga. Abbiamo l'Homecoming, lo Snow Ball e infine il Prom. Ogni scuola decide il mese e il giorno in cui tenere il ballo, il primo è solitamente intorno ad Ottobre, il secondo verso Febbraio e infine il Prom è spesso un mese prima della fine della scuola. Detto questo, iniziamo con le differenze.<div>
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<b>Orario. </b>La serata in discoteca <i>deve</i>, per forze maggiori, iniziare dopo mezzanotte e finire dopo le tre. Ovviamente, in speciali occasioni, una serata in bianco è chiaramente preferibile. I balli scolastici iniziano alle 19 e finiscono alle 23. Sorpresi vero?</div>
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<b>Materiale. </b>In discoteca vedi di tutto, dal comunissimo combustibile per la serata (chiamato dalla maggior parte delle persone "vodka lemon") fino al Krokodile appena importato dalla Siberia, passando dalla eroina colombiana e dall'erba giamaicana. Nei balli scolastici, almeno nel mio, vendevano lecca-lecca di puro zucchero di canna e acqua accanto alla fontanella d'acqua.</div>
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<b>Indumenti. </b>Da noi, solitamente, il massimo dell'eleganza in discoteca è la camicia. Per quanto riguarda il gentil sesso, non dico sempre, ma a volte non sai se sei entrato in un club o in un canile. Nei balli scolastici vedi un sacco di smoking, tuxedo, <i>cose</i> molto eleganti con cravatta inclusa nel pacchetto. Le ragazze invece portano questi vestitoni, brillanti, luccicanti, veramente da principessa. Insomma, un po' quelle cose che le ragazze italiane non hanno alcun motivo per vestire.</div>
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<b>Musica. </b>Italia, musica normale. Ballo scolastico, censurano le parolacce dalle canzoni e le parole falliche.</div>
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<b>Grana. </b>La grana che sganci durante il Prom non la sganci neanche a prendere un caffè davanti al Colosseo. Il biglietto costa sui 50 dollari. Il tuxedo da affittare ti partono 100 dollari di media e se lo compri vai tranquillo sui 250 dollari.</div>
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<b>Mentalità. </b>In Italia, guardi negli occhi i tuoi amici, i quali ricambiano lo sguardo, e pensi "non ci sarà un domani". Qua, quando vai ad un ballo sei esaltato, almeno la prima volta, perché ti senti dentro un film.</div>
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~Il Cittadino danzante</div>
Brandohttp://www.blogger.com/profile/12595776451546046431noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-9042828031442812541.post-61807965302470896512015-03-07T20:44:00.001+01:002015-03-07T21:53:48.363+01:00Quanto conta veramente il posto in cui sei?Prima di partire fantasticavo sul fatto di finire in grandi città, o magari davanti all'oceano. New York, San Francisco, Portland e così via. Ovviamente adesso mi ritrovo nel punto centrale geografico del Colorado, il quale a sua volta si trova praticamente in mezzo agli States. E ovviamente sono in una città di 50,000 abitanti. Colorado Springs, tuttavia, mezzo milione di persone, si trova a 20 minuti da casa. Denver, piccola metropoli, si trova a 40 minuti da casa. Ma quanto conta veramente il posto in cui sei? È veramente vero che l'esperienza la fanno le amicizie che crei?<br />
<a name='more'></a>Partiamo col fatto che se un americano viene a vivere un anno in Italia nel Molise, può farsi tutti gli amici che vuole ma dopo due mesi comincia a tagliarsi. Lui e gli amici. L'unica cosa è che in Molise, se guidi per tre ore, qualcosa trovi. Incontri civiltà. Negli States, no. Quindi se finisci nel bellissimo Idaho, sei fottuto. Ora, veniamo a me. Sono sei mesi che sono qua, ho le mie amicizie, le mie gang del bosco, europee e americane, ma ogni weekend una domanda dal gruppo sorge spontanea:"Che minchia facciamo?" (ok, il minchia lo penso solo io). La verità è che le amicizie, se non in casi estremi, si stringono ovunque tu sia. Eliminato quindi il problema sociale, è sotto gli occhi di tutti che il posto conta eccome. Sono stronzate quelle del tipo "però dai il panorama è fantastico". Il panorama può intrattenerti due settimane, poi qualcosa di concreto da fare lo devi trovare. Se finisci in un posto assiderato e congelato come l'estremo nord del Michigan la gente non può andare da nessuna parte, complice il fatto che non andrebbero da nessuna parte anche con una temperatura ottimale. Se finisci nel Montana hai letteralmente niente da fare. Dove vai? Passeggiata in centro? Non c'è nessun centro. Birretta in piazza? Non puoi bere. Se sei a Colorado Springs il centro lo giri in 20 minuti. E poi? E poi basta. Dopo due o tre mesi non vale più la pena di andare in città dove non ti offre niente e conosci a memoria ogni angolo dei centri commerciali. Quindi tu e la tua gang del bosco, senza nessun'altra scelta, vi riunite a casa. Tra un film e l'altro, tra una stronzata e l'altra. Per lo meno, però, stai insieme a persone a cui vuoi bene. Ma se invece fossi finito in una grande città? In una grande città c'è il trasporto pubblico. Questo vuol dire che non sei più dipendente da altre persone per i passaggi. Questo vuol dire che puoi uscire con una certa libertà temporale. Questo vuol dire che nel weekend in cui tutti sono occupati puoi uscire per i fatti tuoi, sempre e comunque. In una grande città il centro è vivibile. Giri, guardi, osservi, sei in mezzo alla gente. E chissà che non conosci qualcuno di nuovo. Se poi la grande città si trova sul mare, la spiaggia non stanca mai. Anche in autunno o in inverno, il giro sul marciapiede sabbioso non stanca mai. Se poi la grande città sul mare è anche in un posto caldo, palla al piede e partite di calcetto tutti i fine settimana. Potrei andare avanti all'infinito, ma è chiaro che finire in Kansas non sia tutto questo divertimento. Non importa quanti amici tu abbia.<br />
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~Il CittadinoBrandohttp://www.blogger.com/profile/12595776451546046431noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-9042828031442812541.post-4805470769389292862015-02-28T19:45:00.000+01:002015-02-28T19:45:08.757+01:00Pagellone Gennaio-FebbraioHo aspettato a scrivere il consueto appuntamento con il pagellone perché a Gennaio mi mancavano tutti i punti negativi, non sapevo che scrivere. Tuttavia, adesso che è l'ultimo giorno di Febbraio, mi ritrovo allo stesso punto di prima. Mi limiterò quindi a scrivere solo cose sopra la sufficienza.<a name='more'></a><b>7 </b>- al secondo semestre scolastico. Conosco tutti, so come gira il sistema, ho amici in tutte le classi, ho più alternative durante i pranzi nel caso il mio gruppo mancasse, mi riunisco con gli amici prima dell'inizio delle lezioni, insomma, a scuola ci sto proprio bene. <b>HIGHSCHOOLER</b><div>
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<b>6 </b>- al fatto che non abbia ormai niente di cui lamentarmi. Mi sono abituato al fatto che di media gli americani non escono, alle frequenti bufere di neve, al rigido freddo del Colorado, alla mancanza del trasporto pubblico, al fatto che non c'è niente da fare e così via. Oggettivamente ci sarebbe da tagliarsi, soggettivamente va bene così. <b>OTTIMISTA</b></div>
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<b>7 </b>- ai miei primi Oscars, visto che in Italia sono nel bel mezzo della notte. Bel spettacolo, utili soprattutto se capitano durante una Domenica nevosa, da guardare con <i>tea </i>caldo e biscotti. <b>DIVANO</b></div>
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<b>8 - </b>ai miei 18 dal punto di vista americano. Se dal punto di vista italiano il voto sarebbe, unica eccezione, <b>2</b>, dal punto di vista americano non ha demeritato. Gli americani della mia scuola quando ti fanno gli auguri sembrano Leonardo di Caprio ne "Il Grande Gatsby", la mia host family mi ha portato in un ristorante italiano con tanto di chef di Bari, regali e ottima atmosfera. <b>SORPRESO</b></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjj62dBv6a3V4q8JGmcbcZfCZrwmWfk-ssn_-1q7hBgW1bP9iKcn8DxUU6tf89iXyenADvcp1LzFiantASubsuxIt17XC_KYm4ZYVs7ERL1_vDu4ddaE3YQsfgv7r9gjf2J4kGBRX22PkU/s1600/great-gatsby-2013-010-gatsby-close-up-smile_1000x750.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjj62dBv6a3V4q8JGmcbcZfCZrwmWfk-ssn_-1q7hBgW1bP9iKcn8DxUU6tf89iXyenADvcp1LzFiantASubsuxIt17XC_KYm4ZYVs7ERL1_vDu4ddaE3YQsfgv7r9gjf2J4kGBRX22PkU/s1600/great-gatsby-2013-010-gatsby-close-up-smile_1000x750.jpg" height="240" width="320" /></a></div>
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<b>8 - </b>nel post <a href="http://lucabrandobeyond.blogspot.it/2015/02/la-famosa-parabola-emotiva.html" target="_blank">La famosa parabola emotiva</a> ho spiegato quanto mi dispiaccia lasciare le persone che ho conosciuto qui. Dall'altra parte è vero che finalmente, in tre mesi, si torna a casa. E casa, è sempre casa. <b>BACK-IN-BLACK</b></div>
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<b>8 </b>- superata la soglia dei 25,000 visitatori sul mio blog, prossimo obiettivo 50,000! Grazie a tutti!</div>
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~Il Cittadino</div>
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Brandohttp://www.blogger.com/profile/12595776451546046431noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-9042828031442812541.post-43025181748181608292015-02-23T12:00:00.000+01:002015-02-24T05:11:12.009+01:00High School? Tanto fumo, niente arrostoImmaginate di prepararvi a correre per le Olimpiadi e di avere al vostro servizio tutto quello che volete. Immaginatevi una pista di atletica tra le più innovative al mondo, con materiali all'avanguardia e personal trainer pronti a lavorare per voi. Avete un allenamento tra i più gioiosi al mondo. Dovete correre solo dieci minuti al giorno con la possibilità di fermarvi se siete stanchi o se si mette a piovere e potete dimenticarvi anche le scarpe, tanto potete sempre correre il giorno dopo o se non ne avete voglia anche la settimana dopo. Ah, le vostre scarpe hanno anche delle molle per aiutarvi a correre più veloci. Bello no? Certo, ma anche di basso livello, come le High School americane.<br />
<a name='more'></a>La High School americana fa, senza mezzi termini, cagare. La High School americana è una scuola che non mette pressione sugli studenti, i quali sopravviverebbero in un normale liceo italiano forse una decina di minuti. È una scuola dove i test sono al massimo su una quarantina di pagine, dove puoi recuperare punti dopo aver fallito o addirittura rifare il tutto. In matematica puoi usare una calcolatrice grafica almeno non devi saper disegnare di tuo, in fisica puoi tenere un foglio delle formule almeno non te le devi ricordare. Pensandoci, in matematica le formule ti vengono date direttamente sul foglio della verifica. Verifiche che non sono altro che test a crocette per la maggior parte delle materie. Test a crocette che non verificano il tuo sapere, la tua conoscenza, la tua comprensione dell'argomento basato un pensiero critico e pronto ad evolversi. No, i test a crocette sono statici e richiedono semplicemente che tu abbia un vago ricordo di quello che si è fatto in classe. La mancanza di interrogazioni è un errore di dimensioni catastrofiche. Gli studenti americani non sanno parlare, non sanno esporre, non sanno la grammatica e mi ritrovo in classe di inglese dove tutti, <i>tutti</i>, non sanno perché in quella frase bisogna usare un avverbio oppure no. Le insegnanti di inglese non spiegano ma proiettano una presentazione sul nuovissimo televisore e non fanno altro che leggere le frasi. Ci sono un sacco di presentazioni anche da parte degli studenti, le quali durano forse 5 minuti e consistono nel leggere tutto quello che si è scritto. Anche qua non è richiesta la conoscenza dell'argomento, non è richiesta l'abilità di saper spiegare ciò che (non)si è imparato. C'è poco approfondimento. Le due Grandi guerre si passano in poco meno di un mese mentre in Italia si passano due mesi per Guerra. Non c'è scambio di idee in classe all'indomani di una tragedia come quella di Parigi. Non si crea un flusso di pensieri e ragionamenti critici, anche qua, ancora una volta, si è statici. C'è solo un <i>americacentrismo</i>. La mancanza di cultura generale è preoccupante ed è per quello che l'americano medio, non importa dove sei capitato, ti chiederà sempre se in Italia c'è la monarchia o cos'altro. E sono stronzate che va bene non saperlo, perché qui si parla di cultura di fondo. Le lingue vengono insegnante malissimo, il livello più alto corrisponde a ciò che abbiamo fatto in terza media. Non esiste storia dell'arte e non imparano la bellezza del Davide di Michelangelo o della Cappella Sistina. Non vengono insegnate le grandi opere del passato, ma come si fa a tralasciare la Divina Commedia? Si possono scegliere le classi, è vero, ma dubito che prendere la classe di falegnameria ti aiuterà al college. "Il sistema scolastico americano funziona perché gli studenti a 16 anni già lavorano". Gli studenti qua lavorano nei supermercati e fast food, non mi sembra questa gran cosa. Gli studenti qua per andare al college si indebitano per la vita e l'americano medio che non ha studiato è una capra ignorante. Hanno le migliori università al mondo, ma questa è un'altra storia.<br />
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~Il CittadinoBrandohttp://www.blogger.com/profile/12595776451546046431noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9042828031442812541.post-319322465295749822015-02-18T12:00:00.000+01:002015-02-18T23:05:45.132+01:00Le varie fazioni in una scuola AmericanaIn Italia i gruppi sociali all'interno della classe o della scuola non sono alla fine così distinti. Discorso inverso qui negli Stati Uniti, dove se fai parte di una fazione hai degli obblighi, quali non parlare con determinate altre fazioni. Ma quali sono queste fazioni?<br />
<a name='more'></a><b><br /></b>
<b>Freshmen.</b> Immaginatevi un'unione tra dei ragazzi italiani in seconda media e dei boy scouts alla ricerca di posto sicuro dove insediarsi nel bosco, avrete tra di voi dei tipici freshmen americani: quelli del primo anno. Alti un metro e una banana fanno un casino che neanche a Milano Centrale, apparecchio ai denti, zaini di 10 kg e una cultura equivalente ad un indigeno in Patagonia. Con costoro non vorrete mai farvi vedere in giro (nel raro caso in cui ne conosciate qualcuno) ma anzi dovete insultarli, preferibilmente con loro presente, per ogni cosa. <i>Il corridoio è congestionato durante il cambio dell'ora?</i> "Freshmen". <i>Oh ma che è sto macello oggi a pranzo?</i> "Freshmen".<br />
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<b>Sophomore.</b> Non capisco perché ma, almeno nella mia scuola, scambio un sophomore su due per un senior. Probabilmente nell'estate tra il primo e il secondo anno crescono come una canna di bambù (per i meno informati tale pianta cresce a vista d'occhio ogni giorno). Sono bravi cristi, mi piacciono. Sono pronti ad imparare e puoi modellarli a tuo piacere. Tu sei comunque un senior o ufficialmente un junior quindi non farti vedere in giro con loro. Va bene averne uno o due come amici, ma giusto perché su di loro puoi dire che "beh, sono dei grandi". Se però cominci già ad averne tre o quattro desti sospetto e ciò non va alquanto bene. Anzi, va proprio male.</div>
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<b>Junior.</b> Quelli del terzo anno. Quelli più fortunati o più cool hanno la fortuna di avere contatti con i senior, per il resto hanno la sfiga di essere comunque incompleti. Non sono né i più grandi né i più piccoli. Hanno comunque rispetto in giro per la scuola e siccome sono nati nel 98 o qualcuno anche nel 97 va benissimo uscire con loro. </div>
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<b>Senior.</b> Se la sentono sull'Olimpo degli Dei, li vedi fuori da scuola con le loro macchine ad atteggiarsi. Ovviamente dopo 5 birre crollano a terra e in Italia non andrebbero da nessuna parte. Tuttavia siamo negli States e se siete in loro compagnia siete al sicuro e rientrate nella sfera sociale "cool". Entrare nelle loro grazie non è per niente facile, soprattutto se ufficialmente siete junior. Qua i gradi scolastici sono come caste indiane: solo i prescelti possono salire di grado.<br />
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<b>MoltoMoltoReligiosi. </b>Catenina con crocifisso al collo, li riconosci perché al mattino fuori da scuola si riuniscono intorno alla bandiera in cerchio e pregano (piuttosto a lungo ho notato). Anche a scuola pregano prima di mangiare quindi, soprattutto le prime settimane, se vedete l'americano di turno con la classica posizione da preghiera non sta dormendo, sta pregando! Evitate così figure di merda che io ho invece fatto. Dite "gosh" invece di "god" e cercate di non dire parolacce davanti a loro.<br />
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<b>Mormoni. </b>Non si distinguono molto dalla massa finché non se ne escono, cercando di fare i simpatici, con "ma io posso, sono mormone". Quello che non sanno è che la loro religione è stata fondata da un tipo accusato di truffa, chiamato da Dio in persona, ucciso e il cui corpo fu quasi decapitato in seguito, senza alcuna nozione di lingue antiche e che sostenne che un <i>popolo</i> ebraico si insediò nel Nord America secoli prima della scoperta di essa. Non sanno neanche che la Chiesa Mormona stessa spese milioni di dollari in una ricerca per trovare una minima traccia di questo popolo ma che ovviamente non portò a niente. E tanto per cambiare fino al 1997 la Chiesa era ufficialmente razzista e contro le persone di colore, poi però si rese conto che era meglio adattarsi ai tempi e cambiò idea. <i>Ma come, non era la parola di Dio?</i></div>
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<b>Nerd. </b>Non sto parlando di stereotipi perché li vedo ogni giorno a mensa con computer, calcolatrici e giochi per il telefono. Hanno un accento strano tendente al fancy o al british e niente, evitateli.<br />
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<b>Messicani. </b>Girano soltanto tra di loro. Assomigliano a narcotrafficanti e parlano un inglese molto spagnolizzato. Solitamente sono capre dal punto di vista intellettuale e culturale, ma se volete un falso ID o dell'erba loro sono le persone che state cercando.<br />
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<b>LeCrossCountry. </b>Dopo 3 mesi di Cross Country potrei avere una certa semplicità a riconoscerle ma vi assicuro che anche voi non dovreste avere nessuna difficoltà a catalogarle. Tutti gli americani hanno una borraccia dentro lo zaino perché si può riempire gratis a scuola. LeCrossCountry la borraccia la tengono fuori dallo zaino penzolante. Piuttosto toniche, anche quelle con un lato B non piccolo lo hanno comunque alto (<i>chapeau</i>). Camminano come se avessero una zucchina tra le gambe (uso ossessivo del tampax?) e quindi ogni volta ti sembra di vedere tanti Cristiano Ronaldo tutti assieme. Anche per quanto riguardo questa fazione, ovviamente, è difficile vedere LeCrossCountry con qualcuna che non sia dentro la squadra.<br />
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<b>LeTopModel. </b>Dopo sei mesi in questa scuola mi sono reso conto che si, ci sono ragazze molto carine o belle (poche), ma ragazze <i>alTop </i>non ce ne sono.<br />
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<b>LEUROPEO. </b>Leuropeo è l'americano che si distingue dalla massa e a differenza del 99% dei coetanei non crede in un dio o comunque non è religioso, se ne frega delle regole, fuma, beve, si diverte, sa che c'è qualcosa oltre gli Stati Uniti e in Europa si sentirebbe come a casa. Leuropeo, ti auguro un gran futuro. Continua così!<br />
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E voi, che fazioni avete?<br />
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~Il Cittadino</div>
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Brandohttp://www.blogger.com/profile/12595776451546046431noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9042828031442812541.post-77224665950662106182015-02-14T04:03:00.000+01:002015-02-14T04:03:01.216+01:00La famosa parabola emotivaLa parabola emotiva dell'anno all'estero inizia non quando si arriva nel Paese, ma quando ci si iscrive al programma. Si inizia con un picco di positività che si inverte in un picco di negatività dopo l'intervista per essere accettati, "nell'ascolto ho fatto almeno ventisette errori, non partirò mai". Ovviamente tutti vengono accettati e ci si stabilizza per un po' di mesi su una bilancia, in attesa della famiglia, i cui due piatti portano l'uno un po' di ansia e l'altro un po' di eccitazione. Quando poi ti arriva la lieve notizia il tuo corpo produce ormoni come mai in tutta la tua adolescenza e non importa come sia la tua futura situazione: sei contento. Passi tutta l'estate da esaltato fino a tre giorni prima della partenza, il momento in cui ti chiedi:"ma che minchia sto facendo?". Il giorno dopo invece vorresti essere già sull'aereo. Quando poi ci sei veramente emozioni contrastanti si fanno strada, "ma che figata sta cosa ma perché sto facendo tutto questo ma cosa mi è saltato in mente che bello sto andando in america ma come farò un anno senza prosciutto usa usa usa usa". E poi? E poi niente arrivi negli Stati Uniti d'America.<br />
<a name='more'></a>Atterrato in Colorado non capivo niente, mi sentivo come un pesce fuor d'acqua, in mezzo al nulla e in mezzo a nessuno. Pensieri? Zero. Troppo stanco per prendere coscienza di ogni ragionamento logico. Il giorno dopo è stato uno champagne di emozioni, di felicità. Mi guardavo intorno e mi esaltavo solo per il fatto di essere negli States. I primi dubbi erano però pronti a presentarsi, ovviamente. La donna che mi ospita lavora tutto il giorno e, nel nulla come sono, proprio non so cosa fare. Effettivamente, non avevo proprio nulla da fare. I giorni prima dell'inizio della scuola non sono stati belli, una noia totale, in totale solitudine. Poi è arrivata la scuola e il tanto atteso primo giorno. È stato bello, verissimo. Finalmente ero nel tanto agognato posto dei film. Ho sognato due volte di tornare in Italia ed erano incubi. Ogni giorno era una sorpresa. Ogni giorno era qualcosa di nuovo. Parlare con un americano con cui non avevo mai parlato mi faceva la giornata. I primi tre mesi sono stati una continua sfida in cui ho combattuto con grande serenità. Mai pensato di voler tornare in Italia. Dicembre è stato un mese di calma, avevo la mia routine, qualcosa da trovare nel weekend lo avevo e Natale è stato come la ciliegina sulla torta. L'Idaho e Capodanno hanno invece toccato i miei massimi negativi. Non me ne sono mai voluto andare da un posto come in Idaho e il Capodanno mi ha fatto desiderare quanto mai prima di poter tornare in Italia, almeno per un giorno. Tornato in Colorado ho avuto bisogno di qualche giorno per riprendermi emotivamente, un mini periodo in cui ho odiato gli Stati Uniti con tutto il mio cuore, "come fa un Paese con un popolo così bigotto, senza libertà e divertimento a dominare il mondo?". Ma poi è iniziato il secondo semestre. Conosco ormai un sacco di gente, ho il controllo della situazione, me la godo. Gennaio è passato come il ricordo di un sogno passa poco dopo essersi svegliati ed ora siamo già a Febbraio. Mancano circa cento giorni al mio ritorno in Italia e a pensarci mi prendo malissimo. Vorrei avere più tempo, vorrei aver passato il primo semestre come sto passando il secondo. Non ho mai speso parole dolci per gli Americani, anzi confermo che la maggior parte di essi sono dei coglioni in balia della religione e del sistema. Ma come si dice in questi casi, l'esperienza è composta dalle persone che incontri e io ne ho incontrate di meravigliose, americani in primis: Ralph, Lain, Cody, Kelsey, Sonia, Jacob, Ashlin. La famosa parabola emotiva è stata per me una linea crescente con qualche pausa negativa ed ora, come mai prima, è una curva con crescita esponenziale che, già lo so, si fermerà nel più bello, tra 100 giorni.<br />
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~Il CittadinoBrandohttp://www.blogger.com/profile/12595776451546046431noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9042828031442812541.post-25174603925513670722015-01-29T01:30:00.002+01:002015-02-01T22:27:11.993+01:00L'Italia e il suo Cittadino secondo il coloradianoIo sono Mario, il cittadino italiano secondo ciò che mi è stato detto dagli Americani in Colorado. Parlo italiano (ma anche altre lingue perché sono europeo), lingua dell'amore e della poesia, con un accento altamente riconoscibile. Capisco<br />
<a name='more'></a>molto bene anche lo spagnolo, lingua praticamente uguale alla mia. In ogni caso gesticolo ogni volta che apro bocca. Io e il mio popolo siamo in continua competizione con la Francia. Io sono Mario, faccio la pasta fresca ogni giorno e la mia dieta si basa praticamente solo su quello. Anche il mio vino è ottimo, il migliore al mondo, così buono che lo bevo ogni giorno ad ogni occasione, anche dopo aver lavorato sotto al sole. Questo perché l'acqua in Italia non è che sia di questa altissima qualità, anzi è proprio meglio evitarla. Discorso opposto per il resto del cibo, il cibo che mangio è sanissimo, organico ed è per questo che io e il mio popolo siamo così in buona forma, persone grasse proprio non se ne vedono. Anche perché la spesa la faccio ogni giorno e cammino tantissimo. Altre attività fisiche sono andare alle feste e fare orgie per strada, soprattutto quando sono di Roma. Ah, stavo per dimenticare, la nostra arte è straordinaria. Ah, seconda cosa, sono cattolico, come tutto il resto della popolazione. Le nostre strade sono strettissime e, lo ammetto, guido da pazzi. La mia macchina è piccola, ma questo è strano perché di solito andiamo in giro con la Ferrari o la Lamborghini, o altre macchine costose e lussuose. Abbiamo perso le due Guerre e tanto per cambiare abbiamo fatto pure gli infami con i tedeschi, abbiamo cercato di invadere l'Africa perché militarmente abbiamo sempre fatto cagare se non per il <i>great</i> Impero Romano. Dovrei ringraziare gli Stati Uniti perché mi hanno salvato il culo per ben due volte e se non fosse stato per loro ora starei scrivendo in tedesco. Mussolini era una brutta persona. Siamo fissati con il calcio e viviamo solo in appartamenti. Abbiamo case indipendenti come le hanno loro? Il nostro caffè è molto forte, molto piccolo e destiamo curiosità a riguardo. L'Italia è molto bella, c'è la città galleggiante, quella con la torre storta, quella con lo stadio di 2000 anni. Ci vestiamo molto bene, tutti questi abbinamenti, tutti questi grandi nomi. Questa cosa della moda deve essere una cosa innata. Tuttavia sono molto fortunato ad essere ancora vivo, d'altronde quando esci di casa vivere con la mafia per le strade non deve essere per nulla facile. La pizza è la miglior cosa al mondo. Sono comunista. Sono e siamo veramente delle belle persone, ma belle dentro, <i>really nice</i>. Da noi tutto è molto caro. Io sono Mario, l'italiano stereotipato.<br />
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~Il Cittadino</div>
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<i>Vi invito a vedere il <a href="https://www.youtube.com/watch?v=FZvX0TeIksY" target="_blank">video</a> di Leandro Lodi che, dopo un anno di falsi preavvisi, ha pubblicato il trailer del suo canale di YouTube, buona visione!</i></div>
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Brandohttp://www.blogger.com/profile/12595776451546046431noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-9042828031442812541.post-14259103708379158762015-01-21T20:50:00.000+01:002015-01-21T20:50:42.043+01:005 risposte per quando non si capisce qualcosa negli U.S.A.Nelle prime due settimane di scuola in America non capirete molto. Afferrerete magari il concetto, ma vi capiterà di incontrare l'ispanico, il texano, quello che va di fretta, quello che spara due frasi al secondo e allora vi si aprirà un mondo di ignoranza totale e completa da cui sarà difficile allontanarsi. Tuttavia ci sono delle espressioni per deviare questo mondo che non vi faranno sembrare i classici italiani che di inglese sanno veramente poco.<div>
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<b>That's crazy! </b>Se colui che vi parla è particolarmente esaltato, ha un tono di voce molto alto e va avanti con il suo discorso senza respirare c'è un'altissima probabilità che vi stia raccontando qualcosa di incredibile, di amazing, un'avventura fantastica. "That's crazy!" è quello che fa al caso vostro, da dire ovviamente con tono esclamativo, sorpreso e con un tocco di ammirazione. Se proprio volete dare un tocco di classe aggiungete un "man" o un "dude", giusto per far capire che siete veramente dei <i>bro.</i></div>
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<b>Seriously?! </b>Da usare quando capite che l'americano di turno è indignato o un po' arrabbiatello per qualcosa. Se siete veramente sicuri di ciò aggiungere un "pff" e muovere la testa in segno di disapprovazione potrebbero farvi scalare le gerarchie. Non sorprendetevi quindi se il giorno dopo vi chiamerà <i>buddy </i>(questo rappresenterà uno dei punti moralmente più alti delle prime settimane).</div>
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<b>Uh-Uh. </b>Pronunciato senza neanche aprire la bocca, funziona quando siete in gruppo ma non si è veramente dentro la conversazione. Onomatopea tattica che fa capire agli altri che state partecipando alla vita sociale quando in realtà non ve ne sta fregando niente di quello che stanno dicendo. Ogni tanto, giusto per evitare che vi scambino per un muto, variate con un "I agree", "oh yeah", "true".</div>
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<b>I think so! </b>L'espressione più usata durante una classe scientifica, tipo matematica o fisica. Da usare con cauzione perché se il compagno di banco cerca una semplice conferma siete salvi. Se invece vi ha appena chiesto qualcosa che comporta una risposta precisa (che ne so, "la velocità è 30 miglia orarie) e voi gli rispondete con "I think so" fate la figura dei coglioni. Nel primo caso potete esagerare rispondendo anche con un "I <i>do </i>think so" (ma proprio se siete coraggiosi) o con "Well, I guess so, trust the italian".</div>
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<b>Gotcha. </b>Espressione totalmente a me sconosciuta in Italia, mi si è rilevato un cavallo da battaglia per la vita di tutti i giorni. Slang di "I got you", si potrebbe tradurre con un "Belin ti capisco" o "Belin capito". Pronunciato <i>gaccia</i>, con particolare enfasi sulla "i", ti salva da ogni occasione, da ogni discorso, da ogni discussione a patto che non lo si usi in risposta ad una domanda. In argomenti che sembrano più seri o con persone con cui hai meno confidenza un "I got you" può bastare.</div>
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~Il Cittadino</div>
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Brandohttp://www.blogger.com/profile/12595776451546046431noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9042828031442812541.post-51561262123505926712015-01-18T21:40:00.000+01:002015-01-19T21:17:54.837+01:00America: finzione o realtà?Quello che vi propongo oggi è un articolo per un giornale di Vicenza scritto da Giuseppe Vinchesi, studente che è in Montana per un anno (cliccate <a href="https://www.youtube.com/user/beppewink" target="_blank">qui</a> per il suo canale YouTube). Lo scritto disegna un ritratto delle società moderna Americana vissuta dall'interno, leggetelo.<br />
<a name='more'></a><br />
<div align="center" class="MsoSubtitle" style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;"><i><b>L’America
moderna, simbolo di felcità e prosperità che, però, naviga troppo all’interno
dei propri stereotipi. </b></i></span></div>
<div class="normal">
<br /></div>
<div class="normal">
<div style="text-align: center;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: inherit;"><i>Fat, happy
and free. Grassi, felici e liberi. Questa frase è quella che, per lo meno
secondo i diretti interessati, è un cavallo di battaglia della società
americana. Ho avuto modo di conoscere a fondo ciò che è davvero l’america di
oggi dall’interno, e quello che ho scoperto è che dei tre aggetivi l’unico
sicuramente vero è grassi. L’america di oggi è una grande opera teatrale, che
magari tra qualche anno vedremo derisa sugli schermi di molti cinema. Si,
perchè a pensarci bene di vero negli States al giorno d’oggi c’è gran poco. Se
si va infatti ad analizzare passo passo quanto detto capiamo che nulla è più
come un tempo, nemmeno in quella che gli americani sono educati a chiamare the gratest country in the world, la
migliore nazione del mondo. </i></span></span></div>
</div>
<div class="normal" style="text-indent: 36.0pt;">
<div style="text-align: center;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: inherit;"><i>Analizzando la presunta “felicità” e guardando alcuni dati
possiamo subito capire che gli americani non sono poi così felici come vogliono
far credere. Ogni anno in America circa due milioni di ragazzi compresi tra i
14 e i 19 anni tentano il suicidio, di cui circa la metà raggiunge il proprio
obiettivo. Questo significa che il 4.6% degli americani in quella fascia d’età
arriva il punto di voler mettere il tanto disneyano (e americano) the end della propria vita in anticipo.
Tutto ciò deriva dalla poca attenzione riservata ai ragazzi: nelle famiglie
americane la priorità di questi tempi è apparire felici, non necessariamente
esserlo. I ragazzi di conseguenza si sentono in prima battuta privati di una
possibile comprensione che, anche se richiesta, gli viene negata. Questo
problema non è altro che portavoce di un guaio ben più vasto: gli americani non
affrontano i problemi, li ripongono nel cassetto con la speranza che un giorno
spariscano o che magari qualcuno se li mangi.</i></span></span></div>
</div>
<div class="normal">
<div style="text-align: center;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: inherit;"><i>Sono
davvero felici gli americani? Possiamo veramente definire felici persone che
sorridono per coprire le loro lacrime, che si preoccupano di più di apparire invece che di essere?</i></span></span></div>
</div>
<div class="normal" style="text-indent: 36.0pt;">
<div style="text-align: center;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: inherit;"><i>Libertà. Una parola che molte volte viene direttamente
associata agli yankees, ma che
purtroppo ha perso il suo vero valore. Per trovare l’ultimo esempio di libertà
in america bisogna tornare indietro col tempo all’anno 1965, quando il
movimento per la libertà di espressione prese piede a Berkley, sede
dell’Università della California. In quel caso numerosi studenti guadagnarono
la libertà d’espressione, essenzialmente editoriale, che però al giorno d’oggi
in america non esiste più. Negli States, infatti,
ogni fonte d’informazione è esplicitamente e puramente parziale in un versante
o nell’altro della politica. Dagli anni ‘80 ogni ente informativo ha preso la
sua posizione, che tutt’oggi, per il 98.7% dei casi, è invariata. La politica,
infatti, è il fulcro della tipica vita americana; tutto questo parte dai
bambini, che fino da quando sono piccoli sentono, a scuola o a casa, sentirsi
dire tutto ciò che dovranno essere e sostenere nella loro vita, senza
possibilità di obiezioni o idee. Se si prende un bambino di sei o sette anni e
gli si chiede se sia conservativo o liberale si riceverà sempre una risposta
sicura e concisa, seguita da argomentazioni reggenti la sua tesi imparate a
memoria dai genitori o a scuola. Lo stesso accade con la religione: ad un
ragazzo è vietato, perfino dalla legge americana (<span style="color: #333333;">405
U.S. 645, 651, 92 S.Ct. 1208, 31 L.Ed.2d 551 (1972))</span>, di farsi una
propria idea sulla propria fede. </i></span></span></div>
</div>
<div class="normal">
<div style="text-align: center;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: inherit;"><i>Tutto ciò
non è altro che una depravazione, da parte del sistema americano, di capire il
mondo tramite le proprie idee e convinzioni.</i></span></span></div>
</div>
<div class="normal" style="text-indent: 36.0pt;">
<div style="text-align: center;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: inherit;"><i>Siamo davvero così sicuri che il nostro modello debba essere
l’America? Siamo davvero così sicuri che noi italiani non abbiamo i mezzi di
poterci salvare, di poter difendere la nostra libertà? Forse è ora di aprire
gli occhi e capire che non sempre chi ci vuole far vedere ricchezza e
prosperità sia davvero libero o felice. </i></span></span></div>
</div>
<div class="normal">
<div style="text-align: center;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: inherit;"><i>Fat, happy
and free! Ops, pardon, per adesso solo fat.</i></span></span></div>
</div>
<div class="normal">
<div style="text-align: center;">
<i><br /></i></div>
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<div style="text-align: center;">
<i><br /></i></div>
</div>
<div class="normal" style="text-align: right;">
<div style="text-align: center;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: inherit;"><i>30</i></span></span></div>
</div>
<div style="text-align: center;">
<i><br /></i></div>
<div class="normal" style="text-align: right;">
<div style="text-align: center;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: inherit;"><i>Giuseppe Vinchesi</i></span></span></div>
</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
Brandohttp://www.blogger.com/profile/12595776451546046431noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9042828031442812541.post-55059821234386050982015-01-13T02:25:00.001+01:002015-02-01T22:22:28.996+01:00Spese mensili durante un anno negli StatesUn sacco di gente mi ha scritto via email, sms, Whatsapp, Facebook, televisione, radio e posta celere per chiedermi quali fossero le spese mensili durante questa esperienza. In realtà le persone che me l'hanno chiesto si possono contare sulle dita di una mano, ma in ogni caso ecco quanto una persona potrebbe spendere di media ogni mese.<br />
<a name='more'></a><br />
Abbonamento telefonico, se vi lamentate dei vostri 15 euro della Vodafone preparatevi a spenderne almeno 40 negli States. Range: <i>30-60 dollari.</i><br />
School bus, 50 centesimi a tratta. Se farete uno sport dovrete restare a scuola ogni pomeriggio, quindi lo prenderete solo una volta al giorno. Se vivete inoltre in un posto freddo è molto probabile che vi portino a scuola in macchina, almeno al mattino. Se poi avete un fratello che ha la macchina e che viene a scuola con voi è fatta. Range: <i>5-25 dollari.</i><br />
Cibo scolastico, se avete un minimo di razionalità vi portate il cibo da casa, il quale è di norma pagato dalla famiglia. Ma capita ogni tanto che vi compriate le patatine o quello che è (costo medio: 1.25 centesimi). Range: <i>5-10 dollari.</i><br />
Cinema, andrete più al cinema qua in un anno che in tutta la vostra vita. Perché? Perché di solito non c'è molto da fare (Colorado Springs, mezzo milione di abitanti). Costo medio film+cibo: 20 dollari. Ci andrete di media una volta al mese, le prima volte prenderete anche i popcorn, poi capirete che dovreste sopravvivere economicamente altri 9 mesi. Range: <i>10 dollari.</i><br />
Cibo in generale, sia che andate al supermercato per i fatti vostri e vi comprate lo yogurt zero perché vi accorgerete che il numero sulla bilancia stia notevolmente aumentando, sia che siete al centro commerciale e vi comprate un frullato, sia che per qualsiasi altro motivo. Range: <i>10 dollari</i>.<br />
<br />
Queste sono le spese mensili che tutti devono affrontare, personalmente spendo di base 45 dollari per il telefono, 5 per l'autobus, 10 per il cinema, 5 per il cibo in generale per un totale di 65 euro mensili. Non male penserete, invece no. Qua i vestiti costano di meno e spenderete un botto. All'inizio vi farete prendere dall'euforia, poi arrivano i compleanni, poi c'è il Black Friday, poi il Cyber Monday, poi Natale, poi gli sconti online, ecc ecc. Inutile quanto forte sia la vostra volontà, spenderete un sacco di soldi per lo shopping. Ho amici che hanno speso fino a 800 euro in vestiti da Agosto fino ad adesso. Poi ci sono i balli e i loro vestiti. L'homecoming e lo snowball costano 15 dollari, il prom fino a 60. Se ci andate, mettete in conto di spendere 200 dollari in una sola serata. Farete dei viaggi con le persone che vi ospiteranno e aspettatevi di pagarvi almeno il biglietto aereo, ma molto probabilmente anche l'hotel. A scuola se prendete determinate materie dovete pagare un'altra tassa. Astronomia sono 20 dollari, fotografia idem, per esempio. Gli sport costano un macello. Cross Country e Track costano nella mia scuola 150 dollari (ogni sport dura 2-3 mesi). Calcio costa 200 dollari. Se credevate quindi di aver finito con le spese dopo i 9000 euro iniziali, dite ai vostri che spenderete sicuramente altri 1500 dollari, se siete delle ragazze potete tranquillamente alzare quella cifra ad almeno 2000, dollari. Per altre domande di carattere tecnico chiedete pure.<br />
<br />
~Il Cittadino<br />
<br />
<i>Aggiornamento post scriptum: </i><br />
<i>sotto consiglio di alcune ragazze aggiungo che molto probabilmente spenderete più che 2000 dollari.</i>Brandohttp://www.blogger.com/profile/12595776451546046431noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-9042828031442812541.post-22629800342706867622015-01-07T00:00:00.000+01:002015-01-07T00:00:02.530+01:00Riallacciamo il nastroHo iniziato l'anno passato svegliandomi su una sedia, dopo aver dormito su un tavolo in una cittadina ligure non lontanissima da Genova. Pioveva, e così sarebbe dovuto piovere quando l'anno stava giungendo al termine, se non per il freddo del Nord America che solitamente<a name='more'></a> ti ruba la pioggia in cambio della neve. Ho iniziato l'anno passato con una bottiglia vuota di limoncello dall'altra parte di quel tavolo, ho chiuso l'anno passato giocando ad un gioco da tavolo, senza limoncello, senza conto alla rovescia, senza spumante e senza persone di cui mi fregasse qualcosa, eccezione fatta per una. Mi hanno offerto di brindare con il cedro di mela, ma io a certe cose non posso abbassarmi, preferisco brindare con un'inutile soda. E così ho fatto. Non ho fatto niente di speciale per i miei 17, forse ero anche a scuola. La scuola. Ho iniziato il secondo quadrimestre con una media sufficiente, mancava latino. Ho chiuso con la media dell'8.3, latino con 8. Nel frattempo stavo aspettando per qualcuno che mi ospitasse negli Stati Uniti, quel qualcuno è arrivato ma poi se ne è andato. Ne arrivato un altro, ma se n'è andato anche quel qualcuno. Alla fine è arriva una qualcuna, donna singola con zero importanza sociale. Dalle stelle alle stalle. Sono convinto che potesse andarmi peggio, è vero, ma sono piuttosto sicuro che potesse andarmi anche meglio. E visto che non mi accontento della mediocrità, alle volte mi incazzo ancora. Se poi penso che il primo qualcuno ha deciso di non ospitarmi più perché fumano e bevono, allora sono costretto ad ipotizzare che la sfiga si sia insediata nel mio letto. Dal lato non sbagliato, per giunta. Nell'anno passato non ho fatto nessun viaggio nuovo. Milano un paio di volte, mare ligure a Giugno, Indonesia a Luglio e in quel mese dedicato ad Augusto. È nata mia sorella, un'altra. Non l'ho accolta con entusiasmo prima ma neanche adesso, complice anche la distanza. Spero che prenda tante sfumature da suo fratello, non l'altro, da me. Perché l'anno all'estero, che è adesso a metà percorso, mi ha fatto pensare di essere veramente non solo il fiore all'occhiello di mio padre, ma di tutta la famiglia. Insomma, posso sul serio portare il nome della mia casata, Sanfilippo, in alto. Questi mesi passati lontano dalle mie due case mi hanno dato abbastanza e fatto capire altrettanto. Sono più paziente, lascio correre, lascio vivere e morire, penso di più prima di dire qualcosa, accetto più le cose, ho migliorato il mio inglese, ho imparato a suonicchiare il piano, ho scritto una canzone, ho incontrato persone che voglio avere nella mia vita per il resto di essa, ho scritto tanto, ho iniziato arti marziali, ho iniziato MMA, ho corso tanto, ho vista tanta neve quanta non ho mai vista, ho sentito il freddo più freddo di tutta la mia vita, ho vissuto lontano dal mio amato e adorato mare, ho anche visto tanti film. Ho capito che l'America è una farsa, che l'americano medio è un coglione completo, che l'adolescente americano medio è uno sfigato completo, ho capito che non andrò mai più in Idaho, che non posso vivere in un posto lontano da tutto, ho capito che nascere in Europa è stata la mia più grande fortuna. L'unica cosa che non ho capito è cosa fare nella mia vita. E visto che sono partito principalmente per questo direi che il 2014 è stato un anno incompleto. Il 2014 non è stato l'anno più bello della mia vita, è stato un anno di transizione, un anno che "va bene così". Buon 2015 a tutti, a belli e brutti, alle donne e agli uomini.<div>
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<div>
~Il Cittadino</div>
Brandohttp://www.blogger.com/profile/12595776451546046431noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9042828031442812541.post-40147654949319594602015-01-05T05:04:00.002+01:002015-01-05T05:20:59.894+01:00InteneriamociSiamo a due giorni, forse tre, prima della mia partenza per il Kansas, dove passerò poi il Natale. Andiamo quindi dalla figlia della signora che mi ospita per scambiarci i nostri regali, con lei c'è anche il figlio del marito e il marito stesso. Con<br />
<a name='more'></a>il marito ho stretto un bel rapporto, forse il migliore con un americano adulto. È il mio maestro di arti marziali, di MMA, alle volte dormo da loro, mi porta ovunque e queste cose qua. Arriva quindi il momento del suo regalo per il sottoscritto. Mi fa che lui e suo figlio sono andati in nonsoqualeposto in mezzo al Colorado per prendere l'oggetto che avevo tra le mani. Nel frattempo apro il piccolo pacco incartato nel giornale e mi ritrovo con una pietra. Una comune pietra, normalissima roccia dello Stato, un sasso, un pezzo della Terra. Fingo il sorriso e penso "C'è qualcosa che non va in questa famiglia". Prima di tutto questo, il figlio del marito della figlia della tipa che mi ospita mette una sega sul tavolo. Ora, il padre del figlio del marito della figlia della tipa che mi ospita mi guarda con un sorrisone e prende la sega in mano, "Papà ti ho voluto bene, forza Sampdoria sempre". Mi porta nell'altra stanza e comincia a tagliare la pietra/sasso/roccia a metà, poi mi da un martello con il quale do due colpetti, poi ricomincia a tagliare, poi martello, poi taglia, poi martello, così via per 5 minuti buoni. Quindi mi guarda e, "Certe volte devi andare a fondo per capire il significato di qualcosa, una metà andrà a me, l'altra metà a te, io avrò sempre un ricordo di te, e tu avrai sempre un ricordo di noi e del Colorado". Spacca la pietra e niente, così è com'è fatta all'interno.<br />
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<br />
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<a href="http://3.bp.blogspot.com/-yLdMDMRxNBo/VKoKzD0KhuI/AAAAAAAAAlM/6n5cIf-TXlg/s1600/20150104_201152.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-yLdMDMRxNBo/VKoKzD0KhuI/AAAAAAAAAlM/6n5cIf-TXlg/s1600/20150104_201152.jpg" height="252" width="400" /></a></div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
Questo particolare tipo di pietra è un geode, pietra dal comunissimo aspetto esteriore ma cristalizzata all'interno. Alla fine, emozionato e spinto dalla vena filosofica che si era creata ho aggiunto "Il valore delle cose è quello che tu gli attribuisci". Se fossimo stati in un film ci saremmo abbracciati tutti con grande calore, ma nella realtà è bastato un intenerimento comune. Dopotutto è sempre bello intenerirsi, sicché, <i>inteneriamoci.</i></div>
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<br /></div>
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~Il Cittadino</div>
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Brandohttp://www.blogger.com/profile/12595776451546046431noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9042828031442812541.post-5754192315921648762015-01-03T04:42:00.001+01:002015-01-03T04:42:08.895+01:00Pagellone di Dicembre<b>1 </b>- all'Idaho, uno Stato paragonabile al Sahara come popolazione e densità abitativa, alla Groenlandia come clima e alla Corea del Nord come divertimento. Se avevate anche la minima idea di venire qua, non fatelo. <b>IMPRIGIONATO</b><br />
<a name='more'></a><br />
<b><br /></b>
<b>2</b> - al tragitto Denver-Kansas in macchina, 6 ore di puro niente e pianura. Come sopra, non fatelo. <b>SONNIFERO</b><br />
<b><br /></b>
<b>3</b> - al rapporto di certi Americani con l'alcol. Progettato il capodanno in Idaho con l'altro italiano, abbiamo chiesto alla sua famiglia (mormona, da precisare) se potevamo portarci due birre per festeggiare. La risposta è stata un secco no, perché è illegale e potrebbero finire in prigione e cose così. <b>ESAGERATI</b><br />
<b><br /></b>
<b>4 - </b>al Capodanno in America che, rapportato ad un qualsiasi in Europa, fa cagare. Partiamo dal fatto che per loro Capodanno ha un importanza uguale a zero. Ma io da Italiano e poi da Europeo, ho diritto e dovere a dire che qui il New Year's Eve fa schifo. La maggior parte dei ragazzi dorme e in tantissimi non aspettano nemmeno la mezzanotte, nessun petardo o botto. <b>SOTTOTONO</b><br />
<b><br /></b>
<b>5 </b>- alle preghiere di qualcuno prima del pranzo/cena. Una cosa a cui non siamo abituati in Italia è quella di ringraziare il Signore prima di ogni pasto. Rispetto assoluto, ma già per metterci tutti insieme a tavola si perdono minuti preziosi, inoltre a volte capita che il prescelto per la preghiera passi in rassegna tutti i santi del Paradiso, ringrazia per il cibo, per il bere, per poter respirare, per aver vinto alla xbox, per non essere scivolato sulla buccia di banana prima di entrare nel negozio, per aver trovare un dollaro nella tasca di un vecchio giaccone, per essere guarito dalla diarrea, poi chieda per poter dormire bene, per non russare, per fare un bel sogno e avanti così per un tempo indeterminabile, intanto il cibo si raffredda e io muoio di fame. <b>MUOVETEVI</b><br />
<b><br /></b>
<b>6 </b>- ad una scintilla di speranza nella voglia di vivere degli adolescenti del Colorado. Non escono durante il periodo scolastico, ma durante le vacanze ho avuto la possibilità di uscire con loro su <i>loro </i>iniziativa più volte. <b>OTTIMISTA</b><br />
<b><br /></b>
<b>7 </b>- a questo break natalizio, sono stato quasi sempre impegnato (a parte questi due giorni in Idaho), ho visto tre Stati, nessun compito scolastico e ho dormito 10 ore a notte di media. <b>SODDISFATTO</b><br />
<b><br /></b>
<b>8 </b>- all'equilibrio ormai stabilito con la signora che mi ospita. Ormai sappiamo ognuno i ritmi dell'altro, quando fa freddo (ormai ogni mattino) mi porta a scuola in macchina, non si fa problemi a lasciarmi bere, posso uscire quando voglio, al supermercato mi prende qualsiasi cosa metto nel carrello, cucino ogni giorno: se ci fosse il trasporto pubblico avrei almeno il 70% della libertà che ho in Italia. <b>GARIBALDI</b><br />
<b><br /></b>
<b>9 </b>- al Natale in Kansas: spirito giusto, cibo di alta qualità e regali anche da chi non avevo mai visto prima. <b>APPRECIATED</b><br />
<b><br /></b>
<b>10 </b>- alla gang di quattro italiani che si è formata: io, Federico, Sofia, Silvia. Ormai come una famiglia, ci si prospetta un secondo semestre più facile dal punto di vista emotivo e magari anche più impegnato. Nel frattempo ci siamo pappati un pandoro con la Nutella. <b>DIABETE B</b><br />
<b><br /></b>
<b>~</b>Il CittadinoBrandohttp://www.blogger.com/profile/12595776451546046431noreply@blogger.com1