domenica 23 marzo 2014

Inter(cultura?)

Non tutte le associazioni funzionano allo stesso modo. Certe sono "paghi e parti". Altre ti fanno partire se a tua volta fai ospitare uno studente. Infine c'è Afs Intercultura che è un "forse parti". C'è un numero limitato di posti disponibili e se non vieni preso rischi di trovarti a Marzo con niente in mano. In poche parole tutto il tuo progetto per l'anno all'estero sfuma via. Detto così sembra un po' denigratorio ma non è mia intenzione infangare questa associazione, d'altro canto ognuna ha i suoi pregi e difetti. Anzi, con Intercultura se riesci con la fascia più bassa a passare parti pagando un prezzo davvero irrisorio. Magari qualcuno avrà da ridire sui metodi di selezionamento, ma questa è un'altra storia.
Siccome il 90% dei ragazzi che partono hanno in mente gli States come destinazione, ma i posti disponibili ne possono accontentare solo una porzione, Intercultura offre loro diverse e nuove opportunità. Ed ecco che spuntano così nuovi orizzonti che spaziano dalla Russia allo Swaziland. Per la cronaca, lo Swaziland esiste davvero.
Il perché di tutto questo discorso?
Per quello che ho scritto nelle ultime tre righe, recentemente certi Afser (coloro che partono con Intercultura) insinuano (quelli che sono riusciti a passare, ovviamente) di essere superiori perché scegliendo lo Swaziland hanno osato osare e perché non scegliendo gli States (per scelta loro o per scelta dell'associazione?) sono fuori dal comune e noi che abbiamo scelto gli States non abbiamo il coraggio per azzardare e cose così. Insomma, praticamente con un ragionamento analogo si può dire che un critico culinario merita rispetto solo se mangia scarabei impanati e se invece mangia del caviale beh, non vale niente. Inutile dire che c'è più ignoranza in questi commenti che in tutte le edizioni del Grande Fratello.
Sicuramente quelli che hanno scelto posti come Venezuela, Cina hanno molto coraggio e probabilmente sono quelli che vivranno il cambiamento più radicale, non posso far altro che far dei grandi complimenti. Così come hanno tantissimo coraggio quelli che vanno in Malaysia, Thailandia o Indonesia. Scelte che non condivido e non capisco, passo in quei posti 3 mesi all'anno e so com'è li la situazione. Sono scelte che però rispetto e a cui faccio un in bocca al lupo. Tuttavia oggi è balzato alla cronaca un caso di un tipo che per ragioni di privacy chiamerò Jacky Jack Daniels. Jacky Jack Daniels se ne esce con un commento simile a quanto spiegato appena sopra per poi uscirsene cinque minuti dopo dicendo di andare in Norvegia. Lasciatemi dire due tre cose.
La Norvegia è il paese con il più alto indice di sviluppo umano al mondo. E' il paese più ricco d'Europa grazie ad una crescita del PIL spaventoso, un debito pubblico bassissimo, un bilancio statale in attivo, esportazioni stabili grazie ai giacimenti di petrolio. La Norvegia ha il sistema sociale più avanzato ed efficiente del pianeta e mica per caso, mezza Europa ci andrebbe a vivere. Riprendendo l'analogia di prima, è come se quel critico culinario che osa mangiasse una fetta di panettone. Con un cucchiaino sporco di nutella.
Siamo tutti sulla stessa barca e staremo tutti sullo stesso aereo tra cinque mesi. Che ognuno se ne vada un po' dove vuole, non importa se nello Swaziland o in Australia. Non tutti cercano la stessa cosa. Chi parte per imparare una nuova lingua, chi per ottimizzare quella che già un po' la sa, chi perché si è rotto dell'Italia e chi perché vuole ritornare con delle soluzioni, chi vuole osare, azzardare, mettersi in gioco o scappare, chi per vedere cose sorprendenti, per avere emozioni nuove, per incontrare persone con punti di vista diversi e per essere orgogliosi della propria vita. Oppure c'è chi parte perché semplicemente sono 17 anni che subisce la vita americana sotto forma di film e ha deciso di vedere se è veramente così.


~Brando

4 commenti:

  1. semplicemente ,coerente ,bravo

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  2. Il 90% dei ragazzi che partono hanno in mente gli states? Non credo proprio.Non tutti partono con il sogno americano, vogliono "vivere in un film" o vogliono solo migliorare l'inglese, perché l'inglese lo migliori pure se vai in svizzera o in Brasile. Intercultura non ti obbliga ad andare in Russia, in Cina o in Honduras, quelli che ci vanno è perché l'hanno scelto, o se l'ha scelto intercultura per loro è perché hanno accettato capendo che il valore dell'esperienza vale molto di più che la scelta del paese. Per questo con intercultura partono solo quelli che se lo meritano davvero, molti dei quali non si possono permettere di pagare la quota con altre associazioni. Non dico che siano superiori, però sicuramente non puoi dire di aver "osato" scegliendo gli USA e non puoi paragonarti a uno che va in India o in Thailandia, perché sicuramente non è la stessa cosa.

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    1. Io penso che se non è il 90 allora sarà un 80 o un 70, quello che voglio dire è che la stragrande maggioranza, almeno all'inizio, pensa agli States. E questo è sotto gli occhi di tutti, non si può negare. Partendo dal fatto che tutti un minimo osano partendo, per il resto sono d'accordo con te ("Sicuramente quelli che hanno scelto posti come Venezuela, Cina hanno molto coraggio e probabilmente sono quelli che vivranno il cambiamento più radicale, non posso far altro che far dei grandi complimenti. Così come hanno tantissimo coraggio quelli che vanno in Malaysia, Thailandia o Indonesia."). Questo post era un critica a chi si crede migliore dicendo di osare più di tutti e poi magari se ne va in Stati al top del mondo, come appunto la Norvegia.

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