"Travelling: it leaves you speechless, then turns you into a storyteller."
Nonostante io non sia Steve (Jobs) e credetemi, non mi sarebbe dispiaciuto esserlo, questa citazione la dedico ai folli, agli anticonformisti, ai ribelli, ai piantagrane, a tutti coloro che vedono le cose in modo diverso: ai viaggiatori. A loro, a noi inseguitori di sogni che per raggiungere destinazione siamo costretti ad andare oltre le nuvole. Semplicemente perché gli aerei non volano sotto, mica per altro. Ai viaggiatori non va giù il benessere della routine quotidiana, la sicurezza di ciò che è familiare, la tranquillità della ripetizione. E se gli va giù, si stufano, cercano altro, tanto la loro valigia è sempre pronta. Guadagnano qualcosina, ma mica per comprarsi il nuovo telefono, magari per comprarsi un nuovo obiettivo per la macchina fotografica e perché no, magari una nuova memoria per essa. Sta a loro girovagare per il mondo dopo aver controllato per mesi il biglietto più conveniente. E sono sempre loro quelli che in aeroporto si trovano meglio, a proprio agio. Osservano la gente come se fossero libri in una biblioteca. C'è chi parte per la prima volta, li puoi riconoscere. Sono tesi, iperattivi, sempre a controllare di non aver perso il boarding pass e i soldi per la vacanza. Sono inesperti: i soldi, se in gran quantità, si devono infilare nelle mutande, preferibilmente nella parte davanti, non dietro. Poi c'è chi viaggia per lavoro, i manager, gli affaristi, George Clooney in uno dei suoi film. Essi passano talmente tanto tempo in aeroporto che ci si sorprende di non vederli in pigiama. Le famiglie con i bambini che appoggiano il naso alla vetrata per vedere l'aereo più grande, i piloti e le hostess sempre eleganti e i vecchietti che dopo una vita passata hanno ancora voglia di vedere, sono loro che ti chiedono da quale gate parte il loro aereo. I viaggiatori osservano il mondo passare davanti a loro. Lo provano, lo vivono, lo fotografano e tornati a casa lo raccontano ai familiari e agli amici, alla gente che non è mai andata oltre il proprio stato.
I viaggiatori sono dei racconta storie, dei narratori.
~Brando
il tuo modo di scrivere, di esprimere i tuoi stati d'animo mi ha letteralmente folgorato. Il tuo blog riesce perfettamente a far trapelare le tue emozioni riguardo all'esperienza che stai per vivere.. Anche io trascorrerò un anno negli States ma partirò l'anno prossimo (sono un anno più piccolo di te).. Mi piacerebbe molto se facessimo amicizia, non è facile trovare qualcuno che guarda le cose dal tuo stesso punto di vista. Siamo amici su facebook (ma non ti trovo mai online) e ho anche inviato un'e-mail al tuo indirizzo di posta elettronica (ma non mi hai ancora risposto).. se mi rispondessi mi farebbe davvero molto piacere!
RispondiEliminascusa il disturbo,
Andrea ;)
Ciao Andrea, grazie per le bellissime parole, ti ho appena scritto su Facebook:)
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