domenica 18 gennaio 2015

America: finzione o realtà?

Quello che vi propongo oggi è un articolo per un giornale di Vicenza scritto da Giuseppe Vinchesi, studente che è in Montana per un anno (cliccate qui per il suo canale YouTube). Lo scritto disegna un ritratto delle società moderna Americana vissuta dall'interno, leggetelo.

L’America moderna, simbolo di felcità e prosperità che, però, naviga troppo all’interno dei propri stereotipi.

Fat, happy and free. Grassi, felici e liberi. Questa frase è quella che, per lo meno secondo i diretti interessati, è un cavallo di battaglia della società americana. Ho avuto modo di conoscere a fondo ciò che è davvero l’america di oggi dall’interno, e quello che ho scoperto è che dei tre aggetivi l’unico sicuramente vero è grassi. L’america di oggi è una grande opera teatrale, che magari tra qualche anno vedremo derisa sugli schermi di molti cinema. Si, perchè a pensarci bene di vero negli States al giorno d’oggi c’è gran poco. Se si va infatti ad analizzare passo passo quanto detto capiamo che nulla è più come un tempo, nemmeno in quella che gli americani sono educati a chiamare the gratest country in the world, la migliore nazione del mondo.
Analizzando la presunta “felicità” e guardando alcuni dati possiamo subito capire che gli americani non sono poi così felici come vogliono far credere. Ogni anno in America circa due milioni di ragazzi compresi tra i 14 e i 19 anni tentano il suicidio, di cui circa la metà raggiunge il proprio obiettivo. Questo significa che il 4.6% degli americani in quella fascia d’età arriva il punto di voler mettere il tanto disneyano (e americano) the end della propria vita in anticipo. Tutto ciò deriva dalla poca attenzione riservata ai ragazzi: nelle famiglie americane la priorità di questi tempi è apparire felici, non necessariamente esserlo. I ragazzi di conseguenza si sentono in prima battuta privati di una possibile comprensione che, anche se richiesta, gli viene negata. Questo problema non è altro che portavoce di un guaio ben più vasto: gli americani non affrontano i problemi, li ripongono nel cassetto con la speranza che un giorno spariscano o che magari qualcuno se li mangi.
Sono davvero felici gli americani? Possiamo veramente definire felici persone che sorridono per coprire le loro lacrime, che si preoccupano di più di apparire invece che di essere?
Libertà. Una parola che molte volte viene direttamente associata agli yankees, ma che purtroppo ha perso il suo vero valore. Per trovare l’ultimo esempio di libertà in america bisogna tornare indietro col tempo all’anno 1965, quando il movimento per la libertà di espressione prese piede a Berkley, sede dell’Università della California. In quel caso numerosi studenti guadagnarono la libertà d’espressione, essenzialmente editoriale, che però al giorno d’oggi in america non esiste più. Negli States, infatti, ogni fonte d’informazione è esplicitamente e puramente parziale in un versante o nell’altro della politica. Dagli anni ‘80 ogni ente informativo ha preso la sua posizione, che tutt’oggi, per il 98.7% dei casi, è invariata. La politica, infatti, è il fulcro della tipica vita americana; tutto questo parte dai bambini, che fino da quando sono piccoli sentono, a scuola o a casa, sentirsi dire tutto ciò che dovranno essere e sostenere nella loro vita, senza possibilità di obiezioni o idee. Se si prende un bambino di sei o sette anni e gli si chiede se sia conservativo o liberale si riceverà sempre una risposta sicura e concisa, seguita da argomentazioni reggenti la sua tesi imparate a memoria dai genitori o a scuola. Lo stesso accade con la religione: ad un ragazzo è vietato, perfino dalla legge americana (405 U.S. 645, 651, 92 S.Ct. 1208, 31 L.Ed.2d 551 (1972)), di farsi una propria idea sulla propria fede.
Tutto ciò non è altro che una depravazione, da parte del sistema americano, di capire il mondo tramite le proprie idee e convinzioni.
Siamo davvero così sicuri che il nostro modello debba essere l’America? Siamo davvero così sicuri che noi italiani non abbiamo i mezzi di poterci salvare, di poter difendere la nostra libertà? Forse è ora di aprire gli occhi e capire che non sempre chi ci vuole far vedere ricchezza e prosperità sia davvero libero o felice.
Fat, happy and free! Ops, pardon, per adesso solo fat.


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Giuseppe Vinchesi

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