mercoledì 10 settembre 2014

Pagellone di Agosto

Premessa: nonostante la data di pubblicazione sia leggermente in ritardo, tutto ciò che è contenuto in questo post si riferisce alla mia esperienza fino al 31 d'Agosto, tutto ciò che mi è capitato dal 1 Settembre fino ad ora comparirà nel prossimo pagellone.

0 - al modo di vestirsi degli Americani, come avete letto nei post precedenti: sandali con calze, calze con infradito, calze al ginocchio e altre cose di ambiguo gusto. Se però una ragazza
figa si veste così, si può chiudere un occhio.

1 - al cibo statunitense. Per quanto si impegnino non possono farcela e con questo passo neanche tra 500 anni, quando non avranno più la scusa di essere nati quattro secoli fa, avranno del buon cibo. La filosofia del "buono + buono = molto buono" si è dimostrata effimera come le loro pesche al tonno o la loro pizza all'ananas. Non sanno nemmeno cucinare le patatine fritte. Le uniche cose che si salvano sono il burro di noccioline (anni luce dalla nostra Nutella) e il modo in cui cucinano la carne, fin ora sempre molto soddisfacente.

2 - alla loro incoerenza. Dal fatto che si lamentano se in palestra vesti la canottiera mentre in giro per scuola vedi di tutto, fino al fatto che si lamentano quando vanno all'estero e il popolo del posto non sa così bene l'inglese. Loro sono i primi che non sanno neanche bene la loro lingua e che dopo 4 anni di spagnolo se chiedi "Todo bien?" non ti sanno rispondere.

3 - ho perso, ho dimenticato è il verbo giusto, il mio Kindle sulla tasca davanti al sedile in aereo. Morale della favola: se siete accanto a delle norvegesi preoccupatevi più della vostra roba che di loro: tanto non le rivedrete mai più, mannaggia'minchia.

4 - alla mia incapacità di ricordami i loro nomi, per quanto semplici possano essere. In Italia oltre a nome e cognome di solito so anche il cognome da nubile della nonna, la data di compleanno del cane e il numero di telefono. Qua in Colorado su quella quarantina di persone che ho conosciuto me ne ricorderò soltanto 6. Certe volte so il nome di una ma non riesco ad associarlo a nessun viso. Ma ho trovato un modo per farmi ridire il nome educatamente:"Scusami, ma proprio non so come pronunciare il tuo nome". 

5 - ma dove sono tutti? A pranzo cerco di sedermi qualcuno con cui ho parlato almeno una volta ma non trovo mai nessuno, ma dove siete?

6 - alla lezione di "Storia della musica". Ottima la premessa, eccellente l'argomento, ma tu, professore, mi fai cadere le palle ogni volta che parli. Sei un bravo cristo, ma dacci un po' di brio!

7 - alla amichevolità (perdonatemi, non riesco a trovare la traduzione di friendly e sono troppo pigro per cercarla) degli studenti. Il voto è la media tra il 10 per i freshman, sophomore, junior e il 4 per i senior che se la credono mandati da Krishna. Simpatici, disponibili e sempre pronti ad incoraggiarti, anche se a Cross Country sei quello che fa più schifo.

8 - all'esperienza in America fino al 31 d'Agosto. Ho praticamente trovato quello che volevo.

9 - alla scuola e il suo personale (tralasciamo il sistema). Come ho scritto nei post precedenti l'edificio è una meraviglia con qualsiasi gadget possibile mentre i professori, segretarie, allenatori sono fantastici. Restare a scuola, anche se fino alle 6 come faccio io, qui è un piacere.

10 - alla mia amicizia con Federico Bennasciutti, bolognese conosciuto in Italia prima del placement. Siamo finiti nella stessa città, nella stessa scuola, negli stessi pranzi e abbiamo 3 classi insieme: è la spalla su cui posso sempre appoggiarmi. Grazie a lui, non sono l'unico a far schifo a Cross Country, inoltre.

~Il cittadino


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