mercoledì 7 gennaio 2015

Riallacciamo il nastro

Ho iniziato l'anno passato svegliandomi su una sedia, dopo aver dormito su un tavolo in una cittadina ligure non lontanissima da Genova. Pioveva, e così sarebbe dovuto piovere quando l'anno stava giungendo al termine, se non per il freddo del Nord America che solitamente ti ruba la pioggia in cambio della neve. Ho iniziato l'anno passato con una bottiglia vuota di limoncello dall'altra parte di quel tavolo, ho chiuso l'anno passato giocando ad un gioco da tavolo, senza limoncello, senza conto alla rovescia, senza spumante e senza persone di cui mi fregasse qualcosa, eccezione fatta per una. Mi hanno offerto di brindare con il cedro di mela, ma io a certe cose non posso abbassarmi, preferisco brindare con un'inutile soda. E così ho fatto. Non ho fatto niente di speciale per i miei 17, forse ero anche a scuola. La scuola. Ho iniziato il secondo quadrimestre con una media sufficiente, mancava latino. Ho chiuso con la media dell'8.3, latino con 8. Nel frattempo stavo aspettando per qualcuno che mi ospitasse negli Stati Uniti, quel qualcuno è arrivato ma poi se ne è andato. Ne arrivato un altro, ma se n'è andato anche quel qualcuno. Alla fine è arriva una qualcuna, donna singola con zero importanza sociale. Dalle stelle alle stalle. Sono convinto che potesse andarmi peggio, è vero, ma sono piuttosto sicuro che potesse andarmi anche meglio. E visto che non mi accontento della mediocrità, alle volte mi incazzo ancora. Se poi penso che il primo qualcuno ha deciso di non ospitarmi più perché fumano e bevono, allora sono costretto ad ipotizzare che la sfiga si sia insediata nel mio letto. Dal lato non sbagliato, per giunta. Nell'anno passato non ho fatto nessun viaggio nuovo. Milano un paio di volte, mare ligure a Giugno, Indonesia a Luglio e in quel mese dedicato ad Augusto. È nata mia sorella, un'altra. Non l'ho accolta con entusiasmo prima ma neanche adesso, complice anche la distanza. Spero che prenda tante sfumature da suo fratello, non l'altro, da me. Perché l'anno all'estero, che è adesso a metà percorso, mi ha fatto pensare di essere veramente non solo il fiore all'occhiello di mio padre, ma di tutta la famiglia. Insomma, posso sul serio portare il nome della mia casata, Sanfilippo, in alto. Questi mesi passati lontano dalle mie due case mi hanno dato abbastanza e fatto capire altrettanto. Sono più paziente, lascio correre, lascio vivere e morire, penso di più prima di dire qualcosa, accetto più le cose, ho migliorato il mio inglese, ho imparato a suonicchiare il piano, ho scritto una canzone, ho incontrato persone che voglio avere nella mia vita per il resto di essa, ho scritto tanto, ho iniziato arti marziali, ho iniziato MMA, ho corso tanto, ho vista tanta neve quanta non ho mai vista, ho sentito il freddo più freddo di tutta la mia vita, ho vissuto lontano dal mio amato e adorato mare, ho anche visto tanti film. Ho capito che l'America è una farsa, che l'americano medio è un coglione completo, che l'adolescente americano medio è uno sfigato completo, ho capito che non andrò mai più in Idaho, che non posso vivere in un posto lontano da tutto, ho capito che nascere in Europa è stata la mia più grande fortuna. L'unica cosa che non ho capito è cosa fare nella mia vita. E visto che sono partito principalmente per questo direi che il 2014 è stato un anno incompleto. Il 2014 non è stato l'anno più bello della mia vita, è stato un anno di transizione, un anno che "va bene così". Buon 2015 a tutti, a belli e brutti, alle donne e agli uomini.

~Il Cittadino

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